Aristarco frusta Letizia, e già che cè anche Tuttoscuola
Con lo psudonimo di Aristarco Ammazzacaffè, che vorrebbe ricordare quello che Giuseppe Baretti utilizzò nella sua settecentesca "Frusta Letteraria" (Aristarco Scannabue) per combattere ben più rischiose battaglie, un opinionista del periodico on line Scuolaoggi (www.scuolaoggi.org) ha pubblicato una irridente "lettera al ministro" sulla questione della circolare sulle iscrizioni.
Non sono tanto i contenuti della lettera a colpire (una specie di arringa in favore del tempo pieno tradizionale) quanto la forma: Letizia Moratti viene trattata come una aliena, capitata per caso in un mondo che non conosce, non capisce, e del quale non intende neppure la lingua, per esempio termini come "curricolo": "Non so se dove Lei vive gliene hanno mai parlato", scrive l’anonimo, anzi pseudonimo, estensore della missiva. Insomma, la vena barettiana dell’opinionista di Scuolaoggi lo induce a privilegiare la frusta e lo scherno, in luogo di un più misurato, ma certamente meno brillante stile argomentativo.
Dev’essere un’abitudine, perché in un altro pregevole esercizio letterario, comparso sullo stesso giornale, dopo una appassionata difesa dei "comitati genitori e sindacati che chiedono il ritiro del decreto che cancella il tempo pieno" compare la seguente frase: "Checchè ne dicano la Moratti ed i suoi accoliti (tra cui ci dispiace annoverare anche qualcuno che affronta la questione su Tuttoscuola)". Frustati anche noi. Pazienza. E pensare che c’è chi accusa Tuttoscuola di essere antigovernativo! Pochi, per la verità, perché non ci mancano ampi riconoscimenti di equilibrio e obbiettività, coi quali ci consoleremo…
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