
Ddl, le scuole dovranno scegliere su quali obiettivi puntare
Nel testo approvato dalla Camera compaiono inoltre altri obiettivi (l’elenco completo è disponibile a questo link), come lo “sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni e delle attività culturali e dei beni paesaggistici” che sono per loro natura trasversali agli insegnamenti disciplinari ma che per non restare sulla carta richiedono azioni specifiche e tempo.
Se le scuole dovessero perseguire tutti questi obiettivi dovrebbero avere a disposizione molto più tempo e molte più risorse umane di quelle che il Ddl può loro assegnare. E il sovraccarico di obiettivi formativi vecchi e nuovi sarebbe per gli studenti insostenibile.
Forse è per questo che nel testo finale approvato dalla Camera non si parla più, come nel testo iniziale, di “iniziative di potenziamento dell’offerta formativa e delle attività progettuali, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi” (segue elenco) ma di “raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari tra i seguenti” (segue elenco).
La differenza è importante: nella prima formulazione il ‘pacchetto’ è indifferenziato, sembra quasi che le scuole siano invitate ad assumerlo nel suo insieme. Con la seconda formulazione invece le scuole sono tenute a decidere se e quali degli obiettivi considerano prioritari tra quelli indicati ai fini dell’inserimento nel piano triennale.
Ma anche questa formulazione, certamente più rispettosa dell’autonomia delle scuole, solleva qualche interrogativo.
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