Devolution/1: verso un nuovo equilibrio Stato-Regioni

Le norme generali saranno stabilite a livello nazionale non solo per il sistema dell’istruzione ma anche per quello dell’istruzione e formazione professionale. In compenso, le Regioni eserciteranno le loro competenze esclusive, in materia di organizzazione del servizio, su tutto il sistema educativo, e non solo sul cosiddetto “secondo canale”, quello professionale.
Lo schema di riforma federalista approvato venerdì scorso dal Governo in prima lettura contiene questa rilevante novità, con la quale la maggioranza intende modificare la riforma del titolo V della Costituzione approvata alla fine della precedente legislatura.
La competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni in materia di istruzione, e quella esclusiva delle Regioni sul sistema di istruzione e formazione (ma nel rispetto dei “livelli essenziali di prestazione”, definiti a livello nazionale), previste dall’attuale ordinamento, avevano suscitato diffuse preoccupazioni sul rischio di un gigantesco contenzioso politico, istituzionale e costituzionale tra i diversi livelli istituzionali interessati.
Forse con la nuova ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni si eviterebbe quel diverso incardinamento istituzionale dei licei, rispetto ai percorsi di istruzione e formazione professionale, che poteva mettere a rischio la dichiarata “pari dignità” dei due canali. Ma vediamo di capirne di più.