Sì bipartisan al Senato alla riforma di Conservatori e Accademie

L’Aula del Senato ha approvato in prima lettura all’unanimità (261 voti a favore e un astenuto) il ddl per la valorizzazione dell’alta formazione e specializzazione artistica e musicale, ovvero l’attesa riforma delle accademie e dei conservatori.

La riforma equipara i diritti e gli interessi degli studenti italiani a quelli dei colleghi europei, procedendo al riconoscimento del titolo di studio rilasciato dalle accademie e dai conservatori italiani, oltre a dare attuazione ad un percorso caratterizzato dalla partecipazione della gran parte dei Paesi europei e dal sostegno di alcune organizzazioni internazionali.

Il ddl passa ora all’esame della Camera.

Nella relazione di ieri il senatore Franco Asciutti (Pdl) ha spiegato che si tratta di un disegno di legge di riforma delle accademie e dei conservatori, in una logica, “di realistica armonizzazione della materia così da uscire dall’attuale e non più tollerabile situazione di stallo al fine di conseguire due importanti obiettivi: da una parte equiparare i diritti e gli interessi degli studenti italiani a quelli dei loro colleghi europei, procedendo al riconoscimento dei titoli di studio rilasciati dalle accademie e dai conservatori italiani, dall’altra dare attuazione ad un percorso caratterizzato dalla partecipazione della gran parte dei Paesi europei e dal sostegno di alcune organizzazioni internazionali”.

Il sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca Rossi Doria, intervenuto il giorno prima, si era impegnato a favorire anche alla Camera dei deputati l’iter di un provvedimento nato da un ampio lavoro condiviso del Senato e pienamente conforme allo spirito e alla lettera del Trattato dell’Unione europea.

Soddisfazione per l’approvazione del provvedimento è stata espressa anche dai senatori del Pd. Per Vittoria Franco, che ha pronunciato la dichiarazione di voto al Senato per i Democratici, col nuovo disegno di legge, “si può finalmente ridare fiducia ai nostri giovani di talento che vogliono coltivare al più alto livello le loro doti artistiche e intraprendere una carriera che è ancora troppo difficile e accidentata nel nostro Paese. È un dovere del legislatore sopperire al troppo lungo silenzio dell’amministrazione dello Stato, dal momento in cui è stata approvata la legge 508, nel 1999, che equiparava le scuole di alta formazione artistica e musicale alle istituzioni accademiche. Istituzioni di prestigio internazionale – come i conservatori, gli istituti superiori per le industrie artistiche, le accademie di belle arti, l’accademia nazionale di danza – per 12 anni sono rimaste nel limbo e gli studenti discriminati nello spazio europeo”.

La senatrice Franco esprime rammarico per l’impossibilità di “equiparare lo status giuridico dei docenti per carenza di risorse economiche in questo momento, ma si è finalmente fatto chiarezza su altri aspetti di straordinaria importanza soprattutto per gli studenti: l’equipollenza dei titoli di studio e dei percorsi formativi, che ora hanno valore di titolo accademico, la possibilità di frequentare due corsi, l’istituzione del consiglio nazionale degli studenti, riconoscimento dei talenti precoci, la possibilità di realizzare i Politecnici delle arti con autonomia statutaria e regolamentare. È un primo passo verso la piena attuazione dell’articolo 33 della Costituzione”.