Il protocollo di collaborazione siglato lo scorso 12 maggio tra Formigoni e Cota ha un chiaro significato politico ed un obiettivo prioritario: fare squadra all’interno delle regioni del Nord dove l’obiettivo prioritario è il federalismo.

Formigoni sintetizza così i termini della collaborazione con il Piemonte: “Negli ultimi decenni il centralismo non ha funzionato più … ha penalizzato le Regioni del Nord, del Centro e del Sud… spero nel passaggio ad un sistema federalista, più avanzato ed efficiente“.

Gli fa eco Cota che a proposito del federalismo dichiara: “la riforma è oggi diventata fondamentale per i nostri territori. E’ l’unica ricetta valida per una buona gestione delle risorse pubbliche. La collaborazione con la Lombardia e Veneto è dunque non solo una grande alleanza tra Regioni del Nord ma anche un patto per il federalismo…Tutti sanno … quanto il centralismo abbia accentuato il divario tra Nord e Sud”.

L’incontro segue quello di qualche settimana fa tra Formigoni e Polverini, Presidente del Lazio, con la differenza però che questa volta si tratta di due regioni confinanti che rappresentano insieme una delle grandi aree urbane d’Europa.

In questo quadro bisognerà fare ogni sforzo per individuare la più positiva forma di federalismo scolastico, indispensabile per innescare una svolta nel sistema educativo capace di contribuire a contenere le difformità territoriali degli esiti formativi.

Come a suo tempo l’autonomia delle istituzioni scolastiche, rimasta sostanzialmente al palo, che ha avvicinato la scuola al territorio ma non l’ha integrata con la società e con i sistemi produttivi, anche il federalismo scolastico ha già fatto discutere e continuerà a farlo perché oltre le dichiarazioni delle forze politiche e l’impegno concreto, fattivo e visibile delle Regioni non si vede una strategia definita e concreta rispetto ad una scelta quasi obbligata, situazione economica permettendo.