Dove trovare i soldi per i corsi di recupero

Tra le denunce di sindacati e associazioni per lo stato deficitario delle casse scolastiche vi è quella ricorrente della mancanza di fondi per i corsi di recupero (50 euro all’ora secondo contratto).

È vero. I soldi sono pochi e i corsi di recupero sono tanti, ma nessuno ha il coraggio di dire che nella maggior parte dei casi quelle ore necessarie per svolgere attività di recupero sono già pagate e manca solo la buona volontà, anche contrattuale, per farle camminare senza ricorrere a nuovi finanziamenti o ad interventi ministeriali di integrazione. Come?

Per contratto – questo capita forse solo nella scuola e in nessun altro comparto pubblico – i professori non hanno l’obbligo di recuperare le ore di lezione non prestate, quando l’orario di funzionamento della scuola viene ridotto per causa di forza maggiore.

Le ore di lezione vengono ridotte per gli alunni, ma anche per i professori. Di dieci minuti in dieci minuti, un docente di istituto superiore cumula in una settimana due o tre ore di docenza non prestata, ma comunque retribuita.

In un anno questo significa, di 10 minuti in 10 minuti, cumulare dalle 60 alle 100 ore non prestate e, comunque retribuite.

Nella relazione che ha accompagnato lo schema di regolamento dei nuovi istituti tecnici questa differenza tra orario virtuale e orario effettivo è messa chiaramente in evidenza, anche se non si dice che quelle migliaia di ore vengono pagate anche se non prestate.

Vi sono casi molto rari di istituti che qualcosa recuperano, ma nella maggior parte dei casi quelle ore sono un benefit di cui non si capisce proprio la ragione.

Basterebbe utilizzare la metà di quelle ore già pagate per far funzionare a costo zero i corsi di recupero. Cosa ne pensa chi reclama fondi per pagare corsi di recupero?