5 Ottobre: l’amara festa degli insegnanti italiani

Lo scorso 5 ottobre si è celebrata la Giornata mondiale degli insegnanti promossa dall’UNESCO “per riconoscere e valorizzare il ruolo e l’importanza degli insegnanti per il benessere, la convivenza e il progresso democratico dei popoli”. 

In Italia l’evento ha sempre ricevuto una modesta attenzione dai sindacati, ma un po’ di più forse da parte dell’Aimc con l’organizzazione delle “Cento piazze” e della Gilda degli insegnanti, che quest’anno per l’occasione ha promosso un affollato convegno al quale sono stati invitati autorevoli studiosi e commentatori di problematiche scolastiche come Ernesto Galli della Loggia, Adolfo Scotto di Luzio e Paolo Crepet. Sono intervenuti anche due esponenti politici, il presidente della commissione Cultura della Camera Luigi Gallo e Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente della Camera.

Il sentimento di gran lunga prevalente nell’uditorio è stato il risentimento verso la classe politica, responsabile di aver svalutato la figura e il prestigio sociale degli insegnanti, una tesi condivisa dai tre relatori. Per Galli della Loggia l’idea di ‘comunità educante’, dai Decreti delegati di Malfatti all’autonomia di Berlinguer, ha fatto venir meno quella “asimmetria” tra chi insegna e chi apprende sulla quale si reggeva l’autorevolezza dell’insegnante. Una asimmetria che deve essere ripristinata e che i docenti devono rivendicare pretendendola dai politici. Tesi sostenuta anche da Scotto di Luzio, a cui giudizio il compito della scuola non è quello di “insegnare la democrazia”, ma di dotare lo studente di strumenti intellettuali che gli consentano di costruirsi da solo e liberamente un proprio autonomo modo di pensare e di agire nella sfera pubblica. Per lo psichiatra Paolo Crepet è stato soprattutto l’ingresso dei genitori nella scuola a minare l’autorità del docente, soprattutto quando si è consentito ad essi di mettere in discussione il diritto-dovere degli insegnanti di dare voti anche negativi ai loro figli. Così i genitori, pur incompetenti, “si sono sentiti alla pari” con i docenti.

Scroscianti applausi hanno accolto l’invito che Galli della Loggia ha rivolto ai docenti della Gilda di agire “più come associazione professionale che come sindacato” rivendicando prima di tutto il proprio ruolo, la propria funzione sociale. Forse qualcuno dei presenti, tra i meno giovani, avrà ricordato che la Gilda nacque nel 1988 proprio come “associazione generalista, libera da condizionamenti politico-ideologici, pluralista, trasversale, alla quale si aderisce perché si è insegnanti, e non in funzione dell’area politica di appartenenza”, come scrisse il suo fondatore, Sandro Gigliotti.