266 milioni cercansi

Il Parlamento, dunque, dovrà trovare 265.705.154 euro a carico della sistema scolastico pubblico, se vuole cancellare, come tanti stanno chiedendo, la proposta del ministro Profumo di aggiungere all’orario normale di insegnamento (18 ore) altre sei ore (obbligatorie e compensate da più ferie invece che da aumento retributivo) per assorbire quasi la metà degli spezzoni di cattedra.

La proposta di riforma del ministro prevede che, grazie alle nuove prestazioni aggiuntive dei docenti titolari, non verrebbero assegnati ai docenti supplenti 9.269 spezzoni ricondotti a cattedra intera. Vi sarebbe un risparmio (a danno dei docenti supplenti) di 97.579.064 euro nella secondaria di I grado e di 168.126.090 euro nella secondaria di II grado, per un totale complessivo, appunto, di 265.705.154 euro.

Il comma 42 del ddl di stabilità ora – a quanto pare – non lo vuole più nessuno, nemmeno forse lo stesso ministro, costretto a fare un passo indietro. Non lo vogliono probabilmente i due sottosegretari che, a quanto si dice, sono stati messi di fronte al fatto compiuto o, quanto meno, non hanno contribuito a definire quella proposta.

Ora, però, che la frittata è stata fatta, se non verrà presto cancellata la proposta, diventerà un oggetto di protesta che potrebbe coagulare pericolosamente vari gruppi di scontenti intorno alle numerose criticità del sistema, ferito anche dai numerosi interventi del precedente governo.

Più di altre volte, la modifica a invarianza di saldo assumerebbe rilevanza politica e potrebbe salvare l’immagine e la credibilità dello stesso ministro.

Per non trovarsi in un ginepraio politico-istituzionale, la maggioranza parlamentare e lo stesso ministro Profumo dovranno trovare quei 265.705.154 euro.