24 ore: abrogata la norma, trovata la copertura

In extremis la maggioranza ha trovato in commissione Bilancio l’accordo su una formulazione dell’emendamento alla legge di Stabilità che abroga da una parte la contestata norma sulle 24 ore e trova nello stesso tempo la copertura per far fronte all’impegno finanziario previsto dalla Spending review a carico del Miur.

A quanto pare saranno ridotti comandi e distacchi (risparmi per circa 2 milioni), ridotti i fondi della ricerca (-30 milioni) e quelli per le smart city (-30 milioni), e utilizzati fondi derivanti dalla certificazione di risparmi realizzati nel 2011, che finora mancava. Sembra che saranno ridotti anche i fondi alle scuole per i progetti MOF (Miglioramento dell’Offerta Formativa, -47 milioni). Infine il Miur rinuncerà alla sede in affitto di viale Kennedy a Roma (dove si trova il Dipartimento dell’Università e dove amava lavorare l’ex ministro Moratti).

Soddisfazione per la soluzione individuata viene espressa da Manuela Ghizzoni (Pd), presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati e relatrice della Legge di stabilità nella commissione da lei presieduta. “Per la scuola, ed in particolare per tutelare l’orario di lavoro degli insegnanti, ognuno ha fatto la sua parte, ha detto Ghizzoni. In Commissione Cultura tutte le forze politiche hanno concorso per scongiurare il pericolo di aumento dell’orario dei docenti a 24 ore a parità di salario”.

Dopo aver dato atto che anche il Tesoro ha fatto la sua parte perché la ragioneria dello Stato ha finalmente certificato un capitolo di fondi da ripartire, il 1296, ci cui sino a ieri non erano disponibili i dati, la presidente Ghizzoni conclude sottolineando che “il Parlamento, quando c’è l’impegno e il lavoro delle forze politiche, è in grado di rispettare la sua autonomia costituzionale dall’esecutivo e arrivare a modificare in via definitiva una norma nata male.”