2° Rapporto qualità/5. A Como c’è una dispersione doppia che a Bari

Ma l’analisi per area geografica non spiega tutto, e neanche quella per Regione. E’ scendendo a livello di provincia che si scoprono differenze abissali, anche tra province limitrofe, che evidentemente affondano le radici in cause assai diverse (e quindi richiedono soluzioni differenziate  e su misura). Lasciamo parlare i dati.

Agli estremi di quel dato medio (in crescita) di abbandoni dopo il primo biennio, pari a livello nazionale al 16,7%, ci sono da una parte Ancona e Perugia con il 7,4%, dall’altra Novara con il 33,9%, che stacca Cagliari (27,1%) e Prato (26,3%). A Como c’è una dispersione doppia che a Bari (21,7 rispetto a 10,8%). A Lecco è due volte e mezza quella di Cosenza (20,9% rispetto a 8,1%). A Bergamo (19,1%) è quasi il triplo che a Frosinone (7,5%).

Scendendo a livello di tipo di scuola, gli estremi sono ancora più lontani. Al termine del biennio degli istituti professionali a Perugia il tasso di abbandono è dell’1,6% (1,3% a fine 2007), a Novara del 46,8% (la situazione era patologica già nel 2007 con il 34,7%, ma è diventata drammatica: su 547 ragazzi partiti nell’anno scolastico 2007/08 in prima, solo 291 si sono iscritti nel 2009/10 in terza). A Udine il 3,6%, a L’Aquila il 4,6%, mentre a Oristano il 49,6% e a Imperia il 41,3%.

Alla fine del biennio iniziale degli istituti tecnici a Campobasso si ritirano l’1,8% dei ragazzi (1,5% nel 2007), a Novara – che ha anche qui il record negativo nazionale – il 30,1% (23,2% nel 2007). A Matera l’1,9%, a Benevento il 3,3%, mentre a Prato il 28,2% e a Palermo il 27,7%.

Infine al biennio dei licei classici e scientifici cadono il 2,1% degli studenti di Benevento e  il 2,9% di quelli di Gorizia, mentre si arriva al 21,3% a Nuoro, al 20,5% a Prato e al 19,6% alla “solita” Novara. Nei licei delle grandi città il tasso di dispersione dopo i primi due anni è del 16,2% a Milano, del 14,6% a Roma e dell’11,4% a Napoli.