Telecamere a scuola, ANDIS: ‘Proposta inadeguata e pericolosa’

Sul tema delle telecamere a scuola si sono fatti sentire anche i presidi. Nell’audizione informale sulle misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socioassistenziali per anziani e persone con disabilità, l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (ANDIS) dichiara la necessità di introdurre nell’ordinamento misure atte a prevenire abusi o atti di violenza in danno di minori e di soggetti deboli o in condizione di disabilità. Con riguardo specifico alla previsione di sistemi di video-sorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, l’ANDIS considera però la proposta inadeguata e sostanzialmente pericolosa, in quanto rischia di alimentare diffidenza e sfiducia nei confronti della scuola, che costituisce invece per un bambino il contesto più sicuro dopo la famiglia.

Secondo l’ANDIS va considerato, inoltre, che l’uso generalizzato di telecamere negli spazi didattici, oltre a porre un evidente problema di lesione della privacy dei minori e del personale della scuola, finisce per limitare di fatto la libertà di insegnamento che l’art. 33 della Costituzione sancisce e che la Corte costituzionale ha sempre efficacemente custodito rispetto a ogni tipo di ingerenza. In più si corre il rischio di rendere falso e artificioso il comportamento dei docenti in aula, togliendo spontaneità, immediatezza ed efficacia alla relazione educativa. Non può passare il messaggio che la sicurezza di un alunno sia garantita dalle telecamere puntate sul docente.

In ogni caso, per l’ANDIS la videosorveglianza dovrebbe essere disposta sempre dall’autorità giudiziaria.