Spazi alternativi: a Roma coinvolta la Federalberghi. Quanti alunni sono per ora senza aula?

Sembra ancora aperta la ricerca di spazi alternativi per ospitare le classi numerose. Lo dimostra il fatto che a Roma è stata stipulata una convenzione con la Federalberghi per reperire spazi idonei al distanziamento che possano ospitare le classi più numerose che, per non capienza delle aule, devono essere collocate in spazi alternativi. In queste ore i dirigenti scolastici delle scuole interessate stanno effettuando sopralluoghi negli alberghi viciniori alle loro scuole. Sempre a Roma ieri in video conferenza il direttore generale del Lazio ha annunciato un nuovo monitoraggio più approfondito per rilevare esigenze di nuovi spazi e di organico aggiuntivo.

I due fatti sono il segnale che il ministero dell’Istruzione tuttora non dispone di una situazione chiara e definita dei fabbisogni reali delle scuole non solo del Lazio ma probabilmente di tutta Italia.

Quei 25 mila posti aggiuntivi finanziati con il DL “Rilancio” per corrispondere ai bisogni delle scuole possono risolvere i problemi di circa 15 mila classi (il 4% delle 370 mila classi di scuole statali), ma sono forse la punta dell’iceberg dell’intero fabbisogno tuttora sconosciuto.

La ministra dell’istruzione Azzolina ha parlato di nuovi consistenti finanziamenti, ma sarà prioritario (e urgente) conoscere il fabbisogno effettivo delle scuole e da quello partire per quantificare la spesa.

Opportunamente i sindacati hanno chiesto di conoscere in dettaglio (scuola per scuola?) il monitoraggio con cui l’Amministrazione ha rilevato il fabbisogno delle scuole.

Soltanto quando si avrà contezza degli spazi alternativi rilevati (e da adattare per accogliere alunni) e delle aule incapienti (con classi da sdoppiare con impiego di nuovi docenti) il ministero potrà disporre di un quadro completo per determinare l’organico aggiuntivo. Se ne parla da settimane.

Non è azzardato prevedere che le classi interessate ad un organico aggiuntivo potrebbero essere non le 15 mila per il momento soddisfatte con il finanziamento, bensì almeno tre o quattro volte di più, cioè oltre 50 mila, che svilupperebbero un fabbisogno di circa 80-85 mila docenti per l’organico aggiuntivo.

Se il fantomatico cruscotto annunciato il 26 giugno dalla ministra (e di cui non si è saputo più nulla) avesse funzionato, oggi, a distanza di sei settimane, le scuole non sarebbero ancora impegnate a segnalare il fabbisogno di docenti aggiuntivi nell’attesa di una risposta definitiva che le rassicuri per una ripartenza con minori affanni organizzativi.

Dopo l’importante passo avanti fatto con il protocollo d’intesa sulla sicurezza, è questo il fronte aperto e da sistemare nel modo migliore al più presto.