Le prove Invalsi sono obbligatorie?

I Cobas della scuola sono di nuovo all’attacco sul carattere a loro avviso non obbligatorio delle prove nazionali Invalsi, ma precisano la loro strategia avvalendosi anche del parere dell’avvocato dello Stato Laura Paolucci: le prove sarebbero sì obbligatorie per gli studenti, ma non per i docenti perché la loro somministrazione non rientrerebbe nell’attività ordinaria di scuole e docenti.

Scrivono i Cobas in un nota pubblicata sul loro sito: “L’Invalsi è liberissimo di predisporre tutti test che ritiene ma il punto della questione è un altro: la somministrazione delle prove e tutte le operazioni connesse (dall’anno scorso ai docenti è stato di fatto assegnato anche il compito di riportare le risposte degli alunni sulle apposite schede di rilevazione predisposte dall’Istituto) comporta un lavoro aggiuntivo che non rientra fra i compiti ‘obbligatori’ del docente che, quindi, non è tenuto a svolgerlo. E comunque i docenti che decidessero di accettare tale compito aggiuntivo dovrebbero essere remunerati con il fondo di istituto.

I Cobas della scuola del Piemonte, in particolare, citano una recente circolare dell’Usp di Torino con cui si trasmette alle scuole il testo di un intervento dell’avvocato dello Stato Laura Paolucci per ribadire che “i test invalsi devono essere somministrati obbligatoriamente dal personale che lavora per l’invalsi e non dagli insegnanti delle scuole pubbliche”.

L’avvocato Paolucci sostiene infatti che “l’Invalsi potrebbe, volendolo, ‘scavalcare’ completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un ‘luogo’ diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più ‘complicata’ dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa”.