La scuola su misura: l’occhio invisibile del liceo Albertelli di Roma

Di Michela Nocita, Liceo Pilo Albertelli

Come si fa a convincere chi abita o chi frequenta uno dei quartieri più antichi e multietnici di Roma, l’Esquilino, che l’integrazione è stata ed è la caratteristica di quel rione e della stessa Urbe, fin dall’antichità? Una scommessa difficile ma ineludibile se a promuoverla è la scuola e in particolare il Liceo Classico del quartiere “Pilo Albertelli”, che nell’intitolatura porta il nome del professore filosofo torturato dai nazisti a via Tasso, martire alle Fosse Ardeatine e maestro di Giorgio Marincola, l’unico partigiano nero italiano. La scommessa è partita per noi quest’anno dalla bella mostra fotografica Io So(G)no, allestita tra dicembre e gennaio scorso presso il Museo delle Mura di Porta San Sebastiano, esposizione di foto di giovani stranieri che sognano ad occhi aperti il loro futuro. Far sognare con loro anche i nostri ragazzi promuovendo un laboratorio di scrittura in classe, è la scommessa vinta che ci ha permesso di proseguire un “nostro sogno” lungo due anni, quello del progetto albertelliano Mare Nostrum.

Mare nostrum, intrapreso nell’a.s. 2017/8, è un progetto che ha avuto lo scopo di avvicinare gli studenti e tutta la comunità scolastica al tema drammatico ed attuale delle migrazioni dei popoli, specialmente nell’area mediterranea. Il progetto è stato tenacemente voluto dalla Dirigente, la prof.ssa Antonietta Corea e da me seguito come referente in tutte le fasi: letture di romanzi, racconti, articoli di giornale, visione di film e reportage, sei incontri svolti nella nostra Aula Magna ognuno dei quali è stato ampiamente documentato dagli allievi con scritti e materiale fotografico (https://piloalbertelli.it/archives/11992). Due serate sono state particolarmente significative: quella con lo scrittore Erri De Luca, venuto a parlare dei suoi viaggi sulle navi onlus in soccorso dei migranti in pieno “mare nostrum” e a rispondere alle domande sulle sue opere. A lui i nostri allievi, studenti di liceo classico, hanno proposto la lettura di alcuni epigrammi greci antichi di naufragi scelti dalla Anthologia Palatina, in sintonia con il testo lirico “Solo andata” elaborato dallo scrittore sul tema dei naufragi/viaggi della speranza attuali, i tragitti dei quali corrispondono a quelli antichi. L’altra serata è stata quella dedicata alla storia recente: il genocidio del Ruanda nel 1994. La scelta di oltrepassare i confini del Mediterraneo è legata all’impegno del nostro Istituto che nel 2004 partecipò alla realizzazione della scuola “Arcobaleno” e di un pozzo in un villaggio presso Kigali. Quanto il linguaggio figurativo dei filmati e delle foto, in particolare i documentari del regista Giordano Cossu di Hirya Lab, sia stato apprezzato dagli studenti in questa occasione, è evidente non solo dalla ricca produzione scritta scaturita sul Ruanda, ma anche dall’ulteriore scelta degli studenti di comporre una graphic novel per raccontare le migrazioni mediterranee

Un sogno, una voce. Catturare voci dal passato e del presente che vengono dal mare. Così nasce la graphic novel “Un mare di Speranza” esito della partecipazione del nostro Liceo al concorso promosso dalla Laterza “Buonsenso”. Ideato dalla Casa Editrice per l’a.s. 2017/2018, come per il nostro progetto Mare Nostrum anche in questo caso il tema centrale era quello dell’immigrazione. Nove scuole pubbliche di diverso indirizzo tra Torino, Roma e Bari hanno aderito all’iniziativa; i ragazzi dell’allora classe II E da me guidati hanno scelto di realizzare una storia illustrata, incentrata sulle emigrazioni nei tempi moderni confrontate con quelle di età romana. Per il fumetto, siamo stati seguiti dalla disegnatrice Takoua Ben Mohamed, esperta delle tematiche d’integrazione. Due storie parallele, quella di Amal e quella di Damis, entrambe con partenza dalla Siria ed arrivo in Italia. Due viaggi lontani nel tempo, uno ambientato nei nostri giorni, l’altro nel I secolo d.C., ma molto vicini nello spazio che è quello delle rotte mediterranee, identiche nei secoli come è ormai chiaro agli studenti. Due voci dal mare finalmente in classe. Amal, nome che in arabo significa “speranza”, parte nel 2012 da Homs, una delle città più colpite dalla guerra, e dopo terribili peripezie (il viaggio in Turchia, l’attraversamento del Bosforo in gommone, l’arrivo in Albania) giunge in Puglia finendo nelle mani dei caporali. Liberata dalla polizia, viene trasferita a Roma, si laurea e pubblica il libro autobiografico «Un mare di Speranza». Se la storia di Amal è solo scritta, diversamente rappresentata è la vicenda antica di Damis, resa in fumetti. Il giovane protagonista, rapito sulle spiagge di Latakia di Siria dalla “joint venture” navale dei Siriaci, degli Egizi e dei Ciprioti specializzata nel reperimento della manodopera schiavile, viene trasportato per mare fino all’isola di Delo, venduto a Philostratos, un ricco mercante italiota, imbarcato per il porto di Puteoli (Pozzuoli) e acquistato a Roma, dove muore dopo mesi di lavoro ininterrotto. Tutto vero, perché la storia è basata sulle iscrizioni greche e sui testi letterari latini e greci che i ragazzi studiano a scuola. La più bella soddisfazione legata alla graphic novel ci è stata data a lavoro dai ragazzi del Laboratorio teatrale Matemù del CIES di Roma che hanno messo in scena il testo regalandoci una loro lettura teatrale del nostro fumetto. Le voci dei fumetti Amal e Damis si sono unite a quelle reali dei ragazzi stranieri.

3 Ottobre, Giornata della vittime dell’immigrazione; inaugurazione dell’aula per i caduti del Mediterraneo. Il 3 ottobre scorso sono stati presentati i lavori di Occhio Invisibile, il progetto che ha proseguito quest’anno Mare Nostrum grazie al sostegno di MIUR e MiBAC (Monitor 440).  Ancora una volta ci siamo misurati con la realtà dell’immigrazione grazie all’aiuto di esperti (PiùCulture, Laboratorio 53, Hirya Lab, vd. https://piloalbertelli.it/archives/11992) e tramite il nostro laboratorio teatrale. Sempre sognando una didattica e un mondo migliore. Perché siamo fatto della materia dei sogni.

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