La scuola che sogniamo… e che esiste già: le vostre esperienze

Per realizzare una scuola migliore Tuttoscuola promuove un ambizioso progetto culturale, “La scuola che sogniamo” in cui stiamo presentando 8 modelli didattici sui quali sono aperte le vostre discussioni. Stiamo dando voce e facendo conoscere le tante realtà già esistenti, sparse sul territorio nazionale, che silenziosamente – e spesso anche poco o per nulla incoraggiate dal sistema – stanno concretamente già realizzando la SCUOLA CHE SOGNIAMO

Siamo convinti che condividendo le migliori esperienze si possa contribuire a realizzare un vero cambiamento della scuola italiana “bottom- up”, partendo da chi la scuola la vive e mandando un messaggio di impegno costruttivo alle istituzioni.

Molte scuole in Italia stanno infatti già realizzando, magari parzialmente, quelli che per altre sono ancora sogni e molte ci chiedono di aiutarle a condividere la loro esperienza per farla “entrare in circolo”.
Vogliamo creare una bella “comunità di pratiche”, organizzative e didattiche, per le scuole, su base nazionale. Il nostro desiderio è di contribuire così a mettere a sistema le migliori esperienze, componendo un mosaico le cui tessere siano preziosi frammenti di scuola che già esiste o che può essere realizzata e disseminata. 

Pubblichiamo di seguito alcune esperienze di Scuola che Sogniamo che sono giunte alla nostra redazione.

Raccontaci anche la tua compilando il form che trovi alla fine di questo articolo, la pubblicheremo!

La scuola della ricerca

La scuola della ricerca è una scuola che coltiva lo stupore, che trasforma la curiosità in ricerca. In una scuola così il protagonista è l’alunno, stimolato a sviluppare le proprie competenze e ad arricchirle. L’ambiente di apprendimento, interno ed esterno alla scuola, è il grande laboratorio dove si impara a pensare.

Ingredienti: Apprendimento significativo, Empowerment, Didattica per competenze, Scuola centro di ricerca.

L’esperienza di Serafina D’Angelo, Dirigente scolastica dell’I.C. De Petra Casoli Altino Palombaro, di Casoli

Una piccola scuola a misura di bambino
PROGETTAZIONI DI NUOVI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO – DIDATTICA MONTESSORIANA e SCUOLA BILINGUE
In un piccolo paese con due pluriclassi può un limite diventare una grande risorsa? Palombaro, paese di circa 1000 abitanti in provincia di Chieti (Abruzzo), con una piccola scuola a rischio chiusura fino a poco tempo fa, è oggi paese virtuoso in quanto ha saputo utilizzare le risorse locali (inglesi residenti in loco) valorizzandole all’interno della comunità scolastica.

A Palombaro vivono infatti circa 70 inglesi; molti di loro hanno accolto con entusiasmo la proposta di collaborazione nata dalla coprogettazione tra l’Amministrazione Comunale e il Comprensivo di riferimento, il Comprensivo DE PETRA CASOLI ALTINO PALOMBARO.

Circa 20 inglesi entrano così a scuola in orario curriculare affiancando la docente in organico per un totale di 6 ore settimanali, 3 ore nel gruppo dai 5 ai 7 anni, 3 ore nel gruppo dagli 8 ai 10 anni. Le lezioni sono svolte con la metodologia del “natural approach”, i bimbi sono esposti con una frequenza assidua all’ascolto di comunicazioni spontanee, canzoni, storie mimate direttamente dalla voce degli amici madrelingua che offrono questo servizio alla comunità in forma gratuita.

Nel contempo sono stati riorganizzati gli ambienti di apprendimento sul modello dalla Scuola senza zaino (lavoro ai tavoli, angolo agorà, uso di procedure per l’organizzazione del tempo e delle attività…) e si stanno formando i docenti all’utilizzo di una didattica maggiormente cooperativa ed esperienziale, in primis la didattica differenziata ai tavoli, un valore aggiunto per la specificità delle pluriclassi. Inoltre ampio spazio è dato all’OUTDOOR LEARNING con ampio utilizzo degli spazi esterni alle aule scolastiche che prevede anche la progettazione di un orto didattico.

L’esperienza di Oriana Bucci, insegnante presso l’IC Maddalena Bertani di Genova

Facciamo ricerca e sperimentazione continua. Ho qualcosa da imparare ogni giorno, corro a cercare informazioni sulle nuove metodologie, sulle nuove tecnologie… E ogni giorno le porto a scuola con l’entusiasmo di una bambina piccola. Sono felice di essere una goccia nel mare, la goccia che può fare la differenza!

Leggi alcuni articoli di Tuttoscuola sulla scuola della ricerca

La scuola delle emozioni

La scuola delle emozioni è una scuola dove non c’è posto per la noia. Per l’alunno non è una penitenza andarvi perché sa parlare al suo cuore, sa fargli scoprire la bellezza, lo fa star bene. In una scuola così gli ambienti sono curati, gli spazi sono pensati per favorire il piacere di stare insieme. Crea spazi di libera espressione, aperti ai tanti linguaggi, aiutando ciascuno a trovare il proprio.

Ingredienti: Motivazione, Creatività, Arte, Sport e Gioco.

L’esperienza di Marta Tropeano, Istituto Comprensivo Parmigianino di Parma

Progetto di Pedagogia Inclusiva e delle Emozioni a cura di Dott.ssa Pedagogista Marta Tropeano “L’ascolto attivo si impara fin da piccoli: Ascoltare il proprio sé corporeo, ascoltare il cuore, ascoltare l’altro.”

Percorso di Educazione all’Ascolto Attivo attraverso:
-Il gioco e la favola
-Accompagnare le emozioni nei bambini
– Autoregolazione emotiva
– Coltivare i diversi tipi di fiducia

Premessa: COSA VUOL DIRE ASCOLTARE? E COME POSSO POTENZIARE L’ASCOLTO ATTIVO A SCUOLA. Innanzitutto è bene definire separatamente l’azione fisica dell’udire e del sentire da quella psichica, dell’ascoltare. Udire è un fenomeno fisiologico, ascoltare invece è un atto psicologico. Parlare dell’ascolto oggi è molto importante, siamo immersi in una società piena di suoni e di rumori, in cui tutti parlano ma nessuno sembra disposto ad ascoltare.

Al di là di una maggiore o minore predisposizione personale all’ascolto, dobbiamo tener conto che la “capacità dell’ascolto”si può imparare e migliorare e potrebbe essere appresa già a scuola. Oggi si parla di Ascolto Attivo, ma cosa vuol dire? È un gioco aperto, vuol dire ascoltare la centralità delle emozioni, è un ascolto dinamico che tiene conto delle pluralità di prospettive.

Possiamo introdurre qui il Triangolo Magico dell’Ascolto, che mette in evidenza come l’utilizzo dell’ascolto attivo implichi la conoscenza di due dimensioni: autoconsapevolezza emozionale e gestione creativa dei conflitti.

L’ascolto attivo a scuola: la comunicazione insegnante-allievo e nel gruppo classe.
L’ascolto attivo può essere efficacemente utilizzato nel contesto scolastico al fine di potenziare le competenze comunicative. Spesso, infatti, le dinamiche e le relazioni dentro la classe possono essere difficili da gestire, rendono molto gravoso il lavoro dei docenti che rischiano di oscillare tra l’autoritarismo e la permissività, rendendo ancora più difficoltose le relazioni con gli alunni perché non improntate ad una condotta coerente e non realmente efficaci o autentiche.

Nella relazione didattica docente-alunno un ascolto attivo aiuta ad instaurare una buona comunicazione e ad effettuare un migliore apprendimento. Prima di tutto si crea un’ottima interazione tra docente e alunno, in quanto quest’ultimo si sente capito, ascoltato e non giudicato. Il gioco come linguaggio espressivo della fantasia per condividere le nostre emozioni.

Giochi educativi ed emotivi: dal libro Una Carezza Nell’anima nascono i GIOCHI DEL CUORE grazie alla collaborazione con L’Atelier di CARA di Carmen Vitola – Sartoria Emozionale e grazie alla sua preziosa arte del fare, abbiamo dato vita a giochi semplici ma di impatto emotivo, didattici da ricreare in classe ma anche da condividere in famiglia per ricreare un alfabeto del cuore attraverso il riconoscimento delle nostre emozioni e il potenziamento del linguaggio emotivo. Il gioco è vita stessa per i bambini e le bambine, è un viaggio di fantasia ed emozione, i giochi emotivi aiutano il bambino/a a potenziare il linguaggio emotivo riconoscendo le espressioni facciali corrispondenti all’emozione provata.

Le emozioni base per apprendere l’ABC delle emozioni come la felicità/tristezza/paura/meraviglia rappresentano un percorso di auto-consapevolezza emotiva.

COMPETENZE CHIAVE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE. “Competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare”: consiste nella capacità si riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera. Comprende la capacità di far fronte all’incertezza e alla complessità, di imparare ad imparare, di favorire il proprio benessere fisico ed emotivo.

Tale competenza comprende anche il manifestare tolleranza, esprimere e comprendere i punti di vista diversi, oltre alla capacità di creare fiducia e provare empatia. Creare un senso di comunità e di partecipazione alla cittadinanza attiva; La scuola come comunità educante; Dalla scuola si crea una maggiore interdipendenza con gli altri contesti famigliari e del territorio di appartenenza; Aggregazione territoriale: adottare iniziative per garantire una maggiore sensibilizzazione delle istituzioni scolastiche, delle famiglie e degli studenti sui temi delle emozioni, dell’empatia e della costruzione di relazioni sane e, nel contempo, un’adeguata formazione degli insegnanti, perché siano in grado di implementare il nuovo approccio in classe; Livello di inclusione: promuovere campagne di informazione sull’importanza della conoscenza e della consapevolezza delle emozioni, dell’empatia e di esempi positivi incentrati sulla solidarietà, sul valore del volontariato e dell’impegno sociale; Adoperarsi per il perseguimento degli obiettivi di riduzione della conflittualità in classe, di violenza e di bullismo tra coetanei e nei confronti degli insegnanti, anche attraverso iniziative che coinvolgano famiglie e docenti, oltre agli studenti; Adottare iniziative per preparare i giovani a svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini in società democratiche attraverso l’inserimento nei curricula scolastici dell’educazione a competenze sociali ed emotive; Promuovere l’educazione all’intelligenza emotiva ed all’educazione sociale in classe, attraverso L’Apprendimento SEE – Apprendimento sociale, emotivo ed etico sviluppato dal Centro per la Scienza Contemplativa, affinché gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado possano sviluppare le proprie capacità sociali, imparino a riconoscere e verbalizzare le emozioni, a controllarle e a prevenire e risolvere i conflitti. Questo percorso ha come obiettivo primario di “educare, attraverso lo sviluppo di competenze relazionali e di intelligenza emotiva, ad una comunicazione autentica basata sull’ascolto non giudicante e la comprensione empatica dell’altro.”

Obiettivi educativi:
– Prendere coscienza del proprio corpo in relazione agli altri;
– Controllare il proprio corpo, sé, lo spazio, l’attenzione;
– Utilizzare i gesti e i rituali della comunicazione;
– Migliorare la fiducia in se stessi lavorando e giocando in gruppo;
– Comunicare esperienze, emozioni, stati d’animo in modo efficace e creativo;
– Porsi in uno stato di empatia e di ascolto nei confronti dell’altro;
– Esprimersi improvvisando sui contenuti e tematiche emerse dagli incontri stessi in relazione alla propria sfera interiore;
– Saper utilizzare attraverso il gioco e la fiaba i diversi linguaggi espressivi come quello corporeo, verbale, sonoro e fantastico;
– Valorizzare le capacità e le diversità di ciascuno;

Attività Laboratoriali realizzati con le classi primarie (3-4-5°)
– Conoscenza di sé e relazione con l’altro
-Presentazione del Pannello Emotivo, per favorire l’individuazione delle emozioni e il potenziamento del linguaggio emotivo;
– La collana delle Emozioni la collana aiuta il bambino/a a potenziare il linguaggio emotivo riconoscendo le espressioni facciali corrispondenti all’emozione provata. “Come mi sento oggi?”. In base all’emozione provata indosso la Collana delle Emozioni.  Indossare le emozioni significa saperle riconoscere e imparare anche a gestirle fin da piccoli. Le faccine diventano anche dei personaggi ossia degli Inventa – Favola e con il coinvolgimento di un adulto di riferimento (mamma, papà, insegnante, educatore) si possono creare delle Favole o meglio dei Dialoghi del Cuore.
– L’appello Emotivo, conoscenza degli stati d’animo altrui, favorendo la nascita di momenti di empatia e immedesimazione nell’altro;
– Il Ritratto di un’emozione: per favorire la capacità d’ascolto empatico, mi immedesimo nell’altro per guardare con i suoi occhi, “tu come mi vedi”? Insieme scopriremo il significato dell’Empatia;
-Gioco delle carte delle Emozioni; -Il termometro delle emozioni, costruiamo insieme il nostro termometro e Sorrisometro per capire la diversità delle nostre emozioni;
– il Guanto Inventa Favola per volare sulle ali della Fantasia; ASCOLTARE IL CUORE, Laboratorio la “Favola che Emoziona”: verranno proposti momenti di lettura animata e sonora condivisa con il relativo Laboratorio di Didattica delle Emozioni tratte dalla raccolta di favole emozionali “Una carezza nell’Anima” NeP Edizioni di Marta Tropeano Attività Laboratoriali LABORATORIO “Il TRIANGOLO MAGICO DELL’ASCOLTO”, Lettura animata e sonora della fiaba “Carta Bambina e Inchiostro Magico”; Realizzazione del Quadro della diversità con Carta Bambina e Inchiostro Magico per suscitare la consapevolezza e il rispetto per la diversità di ogni bambino;

Giochi pedagogici sull’ascolto:
– Il Triangolo Magico dell’ascolto;
– L’idiogramma giapponese sull’ascolto;
– L’ascolto attraverso la musica; -Mi sono sentito ascoltato? LABORATORIO “EDUCARE ALL’ASCOLTO ATTIVO” Lettura animata e sonora della favola “MartUgo il ragnetto che tesse il tuo futuro”. Costruzione della “Ragnatela delle Emozioni” Realizzazione del “Taccuino Cuore” per favorire l’abilità di percepire, e ascoltare le proprie emozioni in maniera accurata e con un linguaggio specifico”

LABORATORIO “ASCOLTO IL MIO CUORE”
Lettura animata e sonora della favola “Sopra il cielo di Parigi”
Costruzione e realizzazione della Nuvola dei Desideri per affidargli i nostri desideri e le nostre speranze; Un viaggio sopra il cielo magico di Parigi insieme alla Nuvola Tutù, con la costruzione finale del Passaporto delle Nuvole.

LABORATORIO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE “NATURIAMO”
Lettura animata e sonora della favola “Il regno delle sette Principesse Maurine”: Costruzione e allestimento del Regno Marino Fantastico per dare vita attraverso un laboratorio creativo con materiali di riciclo, ad una maggiore consapevolezza del rispetto per la natura e per il mare come bene comune; Costruzione del “Messaggero delle Acque” per giocare a trasformarci in Sentinelle delle Acque;

LABORATORIO “EMOZIONI IN LUCE”
Lettura animata e sonora della favola “Palloncina Rossana e L’Occhio Luce”: Realizzazione del gioco Inventa-Personaggi, abbinando ad ognuno la propria emozione; Realizzazione del Teatro di “Palloncina Rossana e Occhio Luce”, una volta inventati i Personaggi giocheremo a creare un canovaccio libero dove ogni bambino-a possa liberamente dare voce alle proprie emozioni e alla propria fantasia;

LABORATORIO LA GIOSTRA MAGICA DELLE EMOZIONI
Presentazione delle emozioni primarie per imparare a conoscerle e gestirle attraverso la costruzione degli Amuleti delle Emozioni e del Talismano dell’Amore: il “Sacchetto Gris-Gris.”

Laboratorio DI ASCOLTO ATTIVO attraverso i BOOK SILENCE – LIBRI SILENZIOSI
– L’onda di Suzy Lee;
– Guarda-Guarda di Emanuela Nava;
– Il Viaggio e la Scoperta di Aron Becker.

Laboratorio AUTORITRATTO DI UN’EMOZIONE
Lettura animata e sonora della biografia di Frida Khalo, ascolto delle emozioni attraverso la nascita dell’immedesimazione nell’altro.

“Mi metto nei panni e negli occhi dell’altro attraverso il ritratto”: Laboratorio LA RONDINE DELL’ANIMA
Apro i cassetti del cuore e mi trasformo in un poeta! ” Il ruolo del gioco nell’integrazione degli allievi diversamente abili: l’attività ludica deve essere tenuta in grande considerazione come mezzo per l’integrazione degli alunni con difficoltà di apprendimento, il gioco come modalità di apprendimento sia cognitivo che emotivo, come mediatore tra la realtà e il pensiero immaginativo dei bambini.

Giochi preposti: gioco di esercizio, ossia giochi senso-motori, musicali; gioco simbolico per potenziare il pensare per immagini e il pensiero creativo; gioco con regole semplici per potenziare le relazioni sociali e una maggiore socializzazione dell’io; gioco di costruzione per potenziare l’intelligenza pratica, con la possibilità di costruire e progettare giochi in legno attraverso visita guidata al Fab-Lab, officina della creatività;

Giochi emotivi per:
– il riconoscimento delle emozioni primarie;
– per identificare le diverse espressioni facciali;
– riconoscere l’emozione appropriata al nostro comportamento sociale con card didattiche specifiche;
– giochi di immagini emotive attraverso l’uso della fotografia per indovinare cosa pensa un determinato personaggio serve per potenziare le abilità sociali, la comunicazione e l’empatia;
-gioco delle intelligenze multiple ispirato alla teoria di Gardner, per conoscere e riconoscere il modello di intelligenza prevalente in ciascun bambino.

Il percorso ha previsto 10 ore, ossia 5 incontri da due ore sulla classe, un incontro di 2 ore dedicato ai genitori

Restituzione e condivisione dei risultati
Alla fine del progetto didattico di Educazione all’Ascolto la professionista ha incontrato tutti i partecipanti coinvolti, ossia le classi destinatarie del percorso insieme ai genitori, un momento collettivo: “Ascoltiamoci”!

Leggi alcuni articoli di Tuttoscuola sulla scuola delle emozioni

La scuola digitale

È una scuola  amica della tecnologia, risorsa per i docenti e risorsa per gli alunni. Le connessioni non sostituiscono le relazioni, ma le moltiplicano, la dimensione virtuale non allontana dalla realtà, ma ne facilita l’accesso.

Ingredienti: Coding, Video giochi, Risorse digitali e Tecnologie didattiche.

L’esperienza di Sabina Tartaglia, Dirigente scolastica dell’I.C. Isabella Morra, di Valsinni

Nel nostro istituto,di piccole dimensioni e realtà scolastica di pluriclassi, è in essere un progetto d’istituto, sostenuto da USR e Regione Basilicata, chiamato One Class. Attraverso software di collegamento, è possibile organizzare lezioni in videoconferenza, consentendo la comunicazione anche fra i 4 comuni del comprensivo. Le lezioni prevedono la costruzione collettiva di quiz, lezioni di coding e robotica. I ragazzi di secondaria stanno lavorando alla realizzazione di un simulatore di terremoto e altri prodotti di robotica per progetti di collaborazione con la Protezione Civile.

Inoltre per la fine dell’anno scolastico, riprendendo la realtà degli eco-musei ed attraverso la costruzione di una rete tra diversi soggetti pubblici e privati, realizzeremo una manifestazione teatrale sulle peculiarità del territorio, accompagnata dall’elaborazione di una rivista digitale interattiva e di piccoli minimusei, realizzati con le stampanti in 3D, da donare alle Amministrazioni comunali, coinvolti nell’iniziativa.”

L’esperienza di Patrizia Moriani, insegnante del CD Fucecchio di Fucecchio

Il lavoro educativo è riferito alla celebrazioni della ricorrenza del 500esimo centenario della morte di Leonardo da Vinci e si configura come la “messa in opera” di una vera e propria pratica didattica, ispirata all’approccio leonardiano alla conoscenza e trasferita nel processo d’insegnamento/apprendimento. In sostanza, gli alunni della ex classe 2° C , ora 3° C, della Scuola Primaria “G. Carducci” di Fucecchio FI, hanno promosso le loro competenze seguendo i “principi dell’apprendere leonardiano” (curiosità, osservazione, fare domande, esperienza, dubitare..) attraverso le attività didattiche predisposte in percorsi formativi, strutturati secondo il dispositivo di lavoro EAS, elaborato dal CREMIT di Milano Università Cattolica diretto dal prof. Piercesare Rivoltella, con il quale, a mio avviso, si evidenziano assonanze e suggestioni didattiche significative con il pensiero leonardiano.

L’istituto di ricerca ha seguito gli sviluppi dell’esperienza ed un articolo in merito è stato presentato nella rivista scolastica “Essere a scuola” coordinata dallo stesso prof. Rivoltella nell’attuale numero di novembre. Stimolati e motivati dalla partecipazione ai laboratori della Biblioteca Comunale di Fucecchio (lettura animata di testi sulla vita del genio) e a quelli del Museo di Vinci (Leonardo pittore, scienziato ed ingegnere) e dalla visita al suddetto Museo, gli alunni, oltre a conoscere la vita e le molteplici attività di Leonardo, hanno scoperto gli aspetti geniali del suo modo di operare per farne propri ed utilizzarli nel loro percorso di apprendimento.

Tra le varie realizzazioni delle classi ci sono attività legate alla produzione linguistica e matematica, alla scienza e tecnologia, all’arte, all’intelligenza emotiva, al teatro, “raccontate” in forma “tradizionale” e grazie alla loro produzione digitale dalla robotica, al coding, alla creatività digitale (eBook, video e blog), alla realtà aumentata e persino ad un Tg ed una RadioLeo, gestiti dai bambini, che hanno raccontato e documentato le loro esperienze, in compagnia dell’amico Leonardo, e per concludere ad un laboratorio di animazione con creazione di un cartone animato con il genio naturalmente protagonista. Un curricolo in “chiave leonardiana” articolato per EAS è stato realizzato: il volo, la genialità, l’invenzione delle macchine, la rappresentazione nell’arte delle emozioni, l’aria e l’acqua sono stati la “cornice” per lo sviluppo degli obiettivi delle discipline. Tutto questo, non per creare dei “piccoli Leonardo”, operazione auspicabile, anche se forse impossibile, ma per offrire loro metodo di lavoro creativo ed innovativo che li motivi a dare il meglio di loro stessi nella speranza di aprirsi una probabile strada verso la genialità. Da qui il motto ideato dagli alunni #genioioposso, sottotitolo #unaclasseinvolo”.

Il lavoro è stato premiato a Didacta 2019 come “Eccellenza Toscana” dalla Regione Toscana e dall’USR Toscana. Fa parte inoltre di un più ampio progetto d’istituto, realizzato negli anni, finanziato persino dal MIUR, ideato, eseguito e coordinato dalla sottoscritta che ha portato la nostra scuola a diventare capofila per l’idea flipped classroom all’interno di Avanguardie Educative lo scorso anno. Il lavoro si è caratterizzato per un coerente utilizzo delle tecnologie all’interno di un metodo sperimentato ed efficace come quello EAS e soprattutto per un valore fortemente inclusivo. Attraverso la produzione digitale, configurata come una serie di compiti di realtà, tutti realizzati in modalità cooperativa, ciascun alunno ha potuto apportare il proprio contributo secondo capacità, interessi e talenti personali teamite una didattica ed un apprendimento autenticamente differenziati facilitati anche dall’utilizzo dei numerosi Learning Tools in dotazione alla scuola per alunni con difficoltà. In questo anno scolastico da #genioIOposso il progetto avrà un’evoluzione in #genioNOIpossiamo perché una volta scoperti i propri talenti e definito il proprio io, la propria identità, i bambini dovranno imparare a metterli in condivisione con gli altri compagni per definire e costruire un’identità sociale fatta di rispetto e collaborazione. “Tristo è quel discepolo che non avanza il maestro”, cit. Leonardo Da Vinci; noi ci abbiamo provato!!!! Invio link al sito di documentazione PROGETTO #genioioposso.

Il lavoro fa parte di un più ampio progetto d’istituto da me ideato e coordinato da alcuni anni che ha visto anche ottenere i finanziamenti da parte del MIUR, la collaborazione con l’Università di Firenze prima e dopo con il CREMIT, Università Cattolica Milano doretto dal prof. Rivoltella e che ci ha portato a diventare scuola capofila per l’idea flipped classroom in Italia per Avanguardie Educative INDIRE. Invio link di documentazionre: My Book – A Scuola con gli EAS.

L’esperienza di Francesca Ravanelli, tutor di tirocinio presso l’Università di Bolzano

Attualmente tutor di tirocinio per i futuri insegnanti presso Università di Bolzano. Insegnante di scuola primaria per oltre trenta anni. Ho sempre cercato di far partecipare i bambini e i genitori con ogni tipo di strumento e strategia, quindi ho accolto con molto entusiasmo la logica e le opportunità del digitale che per me significano innanzitutto condivisione, partecipazione, collaborazione e creazione. Ora, con molto entusiasmo, cerco di avviare gli studenti, futuri insegnanti, a questa dimensione e mi occupo pure di formazione per i docenti in servizio. Inoltre, presso l’università tengo un laboratorio di storia della pedagogia, questo mi permette di coniugare tradizione e innovazione e di rendere pedagogicamente sostenibile le mie proposte (almeno ci provo). Sogno una scuola in cui ognuno possa sperimentare i linguaggi a lui più consoni, in cui i tempi siano flessibili e adeguati ai progetti, in cui ci sia molto lavoro tra i pari e si affronti ogni progetto un maniera giocosa. Sogno una scuola in cui i genitori siano partner importanti dei docenti perché insieme si può.
 

Leggi alcuni articoli di Tuttoscuola sulla scuola digitale

La scuola della sostenibilità

La scuola della sostenibilità è una scuola dal cuore verde, amica dell’ambiente, che aiuta a capire la fragilità e la complessità dell’ambiente naturale e sociale, che educa all’amore per la nostra casa comune e insegna a prendersene cura.

Ingredienti: Sostenibilità, Ecologia integrale, Cittadinanza planetaria.

L’esperienza di Mariagrazia Lancellotti, Dirigente scolastica, Rete nazionale delle scuole green

Scrivo a nome della Rete nazionale scuole green, di cui sono capofila insieme a Carlo Firmani e Lucia Presilla. La finalità generale è quella di raggiungere, grazie ai numeri che la scuola può mettere in campo (ad ora abbiamo circa 300 scuole in 55 province italiane: tra studenti, docenti, personale e genitori sono già oltre mezzo milione), moltissime persone per far loro conoscere, mediante buone pratiche, ma anche con un’azione culturale di più ampio respiro, i temi della emergenza climatica e, più in generale, quelli della sostenibilità ambientale e sociale, con riferimento ai goals dell’Agenda ONU 2030, che rappresenta il contesto organizzativo, di senso e di riferimento per la Rete.

L’esperienza di Filomena Iozzo, insegnante presso l’IC Orazio di Pomezia

Quest’anno è arrivata una nuova dirigente scolastica e, durante il primo collegio dei docenti ci ha convinti a non usare più le bottigliette dell’acqua bensì le borracce. Da ciò è partita una campagna solidale per far diventare la nostra una scuola “plastic free”. Ormai, solo in pochi, e con grande soddisfazione, usano le bottigliette di plastica.

Discuteremo il modello della scuola della sostenibilità dal mese di febbraio

La scuola aperta e solidale

È, a pieno titolo, scuola della comunità, posta al centro del ‘villaggio’ sociale. È una scuola aperta, letteralmente e simbolicamente. Nutre le radici della memoria e incoraggia all’avventura del futuro.

Ingredienti: Service-Learning, Cittadinanza attiva e Debate.

L’esperienza di Vincenzo Somma, insegnante presso la scuola media annessa al Convitto Nazionale di Napoli

La Nostra Scuola per l’Africa: Il Rigiocattolo 

Un progetto che rappresenta da alcuni anni la forma principale di apertura e di impegno concreto che la scuola ha scelto per promuovere l’educazione alla cittadinanza attiva, alla pace ed alla mondialità nella scuola del I Ciclo ed in particolare modo nella Scuola Secondaria di I grado, motore dell’iniziativa. Consiste nella realizzazione di un’iniziativa eco-solidale che prevede, il recupero, il riciclo, la creazione da materiali di scarto e la vendita di giocattoli usati per sostenere il programma DREAM, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio per la cura dell’AIDS in Africa.

Gli alunni sono stati coinvolti in tutte le fasi del lavoro, dalla ideazione alla pianificazione delle attività, fino alla concreta realizzazione dell’evento. Partendo da diversi spunti offerti dalle discipline curricolari (lo studio dell’Africa, la condizione dei minori nel mondo, la globalizzazione, l’inquinamento ambientale…) mediati da una ricca varietà di fonti testuali e documenti multimediali gli alunni hanno potuto confrontarsi con lo scandalo dell’ineguaglianza in maniera diretta e personale. E diretta e personale è stata la reazione: “Non è giusto…Bisogna fare qualcosa!”

Dalle discussioni che ne sono scaturite è emersa la volontà di sostenere un’associazione che coniugasse le attività a favore dei bambini in Africa con il rispetto dell’ambiente.

“Il Rigiocattolo for DREAM” è sembrato fare al caso nostro ed è diventato parte integrante della nostra progettazione didattica. Gli alunni di diverse classi hanno così potuto attingere alle risorse ed al contributo di diverse discipline, dall’Arte alla Tecnologia, dall’Italiano ed alla Storia e alla Geografia fino all’Educazione Musicale per poter preparare la manifestazione-evento che è diventato un compito di realtà. Tale attività è stata distribuita in due mesi circa che li hanno visti impegnati in lavori progettazione, di pianificazione, di studio, di ricerca, lettura e stesura di testi ( lettera di autorizzazione alla DS, discorso da tenere ai bambini della Primaria, realizzazione di locandine, presentazioni multimediali…) attività manipolative e creative con materiali di recupero, preparazione di performances musicali ecc.

Quest’ultimo anno, in occasione del 30° anniversario della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza c’è stata anche una sua rielaborazione-aggiornamento con la realizzazione di un calendario, “Tempo di diritti – la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza …secondo noi” con cui gli articoli sono stati riformulati e concentrati per distribuirli lungo i dodici mesi del 2020. L’allestimento della location all’interno della scuola, la pianificazione del coinvolgimento degli alunni della scuola primaria e dei loro genitori (manifestazioni natalizie , Open Day della Scuola) li hanno ancora visti protagonisti attivi. Il momento clou è stato ovviamente quello della manifestazione finale nella quale ciascun alunno – nessuno escluso – ha potuto mostrare il grado di conoscenze , di abilità e di competenze acquisito. La diversificazione delle attività e dei metodi, con prevalenza dei processi di immersione nell’ambito dello svolgimento di compiti di realtà a connotazione espressivo-comunicativa e tecnico-manipolativa, lo sviluppo della relazione di aiuto in termini di collaborazione con i compagni a vario titolo in condizione di svantaggio e difficoltà, la finalizzazione concreta ed autentica dell’impegno hanno rappresentato i punti di forza del progetto.

Discuteremo il modello della scuola della sostenibilità dal mese di maggio

 

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