Iscrizioni anticipate: onde e ondine anomale, anomale reazioni

Gli anticipi, ormai è un dato di fatto, fanno storcere il naso.
Soprattutto agli insegnanti. Le ondine anomale, ancor più delle onde anomale di berlingueriana memoria, proprio non piacciono ai docenti della scuola dell’infanzia e della scuola elementare, che attraverso i sindacati di categoria non intendono concedere sconti al progetto di riforma ministeriale che vuole offrire alle famiglie la facoltà di percorsi educativi anticipati per i più piccoli.
Ma le reazioni furono le stesse anche di fronte agli anticipi prospettati dall’Ulivo? Non sembra. Come si ricorderà, infatti, dopo l’approvazione della legge 30/2000 sui cicli scolastici, l’allora ministro De Mauro cercò di dare soluzione al problema dell’accorciamento di un anno della scuola di base, prevedendo una frantumazione dell’onda anomala di iscrizioni (vi sarebbe stato un raddoppio di alunni in una annata delle superiori). Con che criterio? Mediante anticipazioni di un anno “per merito”: gruppi di alunni, su valutazione degli insegnanti di elementare o di media, sarebbero infatti passati avanti (premiando, appunto il merito e constatando la maturità), saltando di fatto una classe e studiando con un anno di anticipo.
Il progetto non provocò le proteste che si stanno registrando oggi, né all’interno della scuola, né nell’opinione pubblica, forse meno attenta. Semmai, allora, vi fu perplessità per questi anomali anticipi di un anno di scolarità.
Ora, invece, l’ondina anomala degli anticipi (ben più contenuti perché si tratta di due/quattro mesi anziché di un anno intero) proprio non piace e trova un’ampia opposizione intransigente.
Fanno notizia due prese di posizione “pesanti” dell’ultima ora. Le scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia (considerate a livello internazionale i migliori “asili” del mondo) si dichiarano decisamente contro l’idea di qualsiasi soluzione anticipata e di scolarizzazione precoce.
L’on. Asciutti (Forza Italia), presidente della Commissione cultura del Senato che sta esaminando il ddl sulla riforma, rispondendo ad alcune voci circa un possibile decreto legge che salvi gli anticipi per settembre, afferma che “sarebbe un errore riaprire le iscrizioni senza prima avere definitivamente approvato la legge di riforma, anche perché l’ingresso anticipato è una questione ancora in discussione sulla quale il parlamento potrebbe anche intervenire, modificandola”.