Impronte digitali per i presidi, bocciato emendamento contrario alla sorveglianza dei DS

Il Decreto Concretezza è stato definitivamente votato alla Camera: restano le impronte digitali per i dirigenti scolastici. Coinvolto anche il personale ATA, mentre sono esclusi i docenti. Ne dà notizia l’onorevole Gabriele Toccafondi commentando la bocciatura del suo emendamento contrario alla sorveglianza dei presidi.

“I presidi non sono né fannulloni, né furbetti del cartellino e neanche assenteisti. Chi ha scritto la norma che impone ai Dirigenti scolastici le impronte digitali non conosce la scuola. Chi ha bocciato il mio emendamento non è entrato in una scuola. Ciascun Preside, oltre alla propria scuola da dirigere, ne ha due o tre in reggenza, con sedi scolastiche distanti tra loro. Appare evidente che per sua stessa natura il lavoro del dirigente scolastico non si svolge in un unico luogo, per cui non ha senso chiedere loro le impronte digitali controllandone gli accessi“. 

“L’intervento di installazione di sistemi di riconoscimento biometrico basati sulla scansione delle impronte digitali – aggiunge – coinvolgerebbe circa 57 mila edifici, dove lavorano quasi 7 mila presidi, comportando una ingente spesa economica. Eppure – continua Toccafondi – nel corso degli ultimi anni tutti i governi hanno chiesto ai dirigenti scolastici sempre più lavoro, maggiori responsabilità, tante sedi da gestire, più scuole da controllare e quindi migliaia di ragazzi da ascoltare, valorizzare e valutare. Dunque, di tutto aveva bisogno la scuola italiana, di tutto avevano bisogno i dirigenti scolastici tranne che delle impronte digitali. Chi conosce la scuola – conclude il deputato – non avrebbe mai scritto questa norma”.