Rischio flop per il banco monoposto?

Mentre del cruscotto informativo resta soltanto l’annuncio di tre settimane fa e la vana attesa delle scuole, dei banchi monoposto, pur essendoci già tanto di bando internazionale con dettaglio di quantità e termini di consegna, probabilmente non ci sarà futuro. Il fatto rischia di avere contraccolpi politici imprevisti che vanno ad aggiungersi ai dubbi e alle polemiche per il loro alto costo (circa un miliardo).

Voluti in sostituzione dei banchi biposto che, pur occupando complessivamente meno spazio, non potevano assicurare il distanziamento di un metro da bocca a bocca, il milione e mezzo di banchi monoposto tradizionali per scuole del primo ciclo e l’altro milione e mezzo di banchi di ultima generazione per gli istituti del secondo ciclo, a settembre non ci saranno e con ogni probabilità non saranno disponibili nemmeno nei mesi successivi o, peggio ancora, non arriveranno mai.

In una nota congiunta Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico ed educativo (coprono oltre il 95% del fatturato nazionale), hanno dichiarato che i numeri e termini del bando sono tali da farlo andare deserto. Perché? Perché un acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute, è pari ad oltre la produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione. 

Nella migliore delle ipotesi potrebbero essere consegnati soltanto 120 mila pezzi a fine settembre con una copertura del fabbisogno di banchi monoposto soltanto del 3,2%.

Eppure – precisa la nota – gli uffici preposti erano stati informati preventivamente del rischio che il bando andasse deserto oppure vedesse la partecipazione di ditte del sudest asiatico, pronte a fornire prodotti che non rispondono ai requisiti di legge previsti dalla normativa nazionale.

La nota si chiude con una valutazione dei banchi di ultima generazione che raffredderà gli entusiasmi con cui la ministra Azzolina li aveva presentati: “la seduta su ruote va in direzione opposta alla scelta del distanziamento sociale, che ha portato alla scelta del banco monoposto”.

È la stessa valutazione del Codacons e di tanti capi d’istituto, perplessi davanti a quella scelta, e sempre più soli (se non con il supporto degli uffici tecnici degli Enti Locali) a risolvere i problemi di capienza delle aule.