Emergenza Coronavirus: l’homeschooling è una risorsa su cui puntare

Emergenza Coronavirus/3

Qualche giorno fa Tuttoscuola ha dato notizia di una misura straordinaria messa in campo dalle autorità cinesi per fronteggiare l’epidemia di coronavirus: la chiusura delle scuole – che avrebbero dovuto riaprire lunedì 17 febbraio dopo tre settimane di sospensione delle lezioni in occasione del capodanno cinese – e la sostituzione delle tradizionali lezioni in classe e in presenza con lezioni online che gli studenti devono seguire a casa tramite la TV e il computer. Si parla per ora di cinquanta milioni di studenti (su un totale di oltre 200 milioni): una esperienza di homeschooling di massa senza precedenti, salvo che negli Stati Uniti, dove però i numeri sono molto più contenuti, anche se consistenti (due milioni), e la produzione di materiali didattici online consolidata.

Sarà davvero molto interessante conoscere la dinamica e i risultati di questo esperimento, che peraltro potrebbe trovare repliche anche fuori della Cina nei Paesi dove il coronavirus si sta manifestando. Anche l’Italia è ormai toccata dal problema, e sarebbe auspicabile che le scuole chiuse per precauzione (per ora per la prossima settimana, ma la chiusura potrebbe durare 14 giorni, o anche molto di più…) utilizzino ogni possibile modalità di formazione a distanza, a partire dalla rete internet.

Purtroppo, a parte alcune sperimentazioni di avanguardia nelle scuole che adottano metodologie flipped, in Italia la didattica è fondata sul rapporto diretto, in classe, tra insegnanti e alunni, e i “compiti a casa”, ammesso che possano essere considerati modalità di apprendimento a distanza, dipendono e discendono da quello che si fa in classe.

L’emergenza coronavirus, però, potrebbe essere l’occasione per le scuole per attivarsi tempestivamente con soluzioni di e-learning e per il MPI per rilanciare il Piano Nazionale Scuola Digitale. Non è un caso che a risentire di meno della eventuale chiusura delle sedi fisiche di insegnamento siano le università: quelle telematiche per prime, ovviamente, ma anche le altre, che in modo sempre più esteso si avvalgono di corsi Mooc (Massive Open Online Courses) o consentono la registrazione audio-video delle lezioni.

Anche per la scuola sembrano ormai maturi i tempi per una didattica che riduca la presenza fisica degli studenti nelle aule e aumenti l’apprendimento extrascolastico. I vantaggi, non solo sul piano della modernizzazione e della flessibilità dei curricoli, possono essere molti: in California, per esempio, dove l’homeschooling è diffuso anche in forma parziale la riduzione delle ore di presenza obbligatoria degli studenti a scuola ha ridotto il traffico e l’inquinamento.