Buona Scuola/1. Finite le audizioni, comincia un difficile confronto

Le audizioni servono alla classe politica, rappresentata in Parlamento, per acquisire pareri, proposte, consigli, informazioni esperte provenienti da soggetti e organizzazioni che operano nei diversi settori della struttura sociale. Esse sono diventate più utili, rispetto ad altre fasi della storia politica italiana (pensiamo alla Prima Repubblica), perché i partiti hanno in gran parte perso quel radicamento sociale che consentiva loro di rappresentare direttamente in Parlamento esigenze e interessi espressi dalla cosiddetta ‘società civile’.

Nel caso dell’istruzione questa funzione era svolta dalle commissioni o uffici scuola dei partiti, che operavano come interfaccia e consulenti dei gruppi parlamentari. Funzione che si è persa con la destrutturazione degli apparati partitici e la loro sostituzione con rapporti più diretti tra leadership politiche, parlamentari e categorie sociali.

Le audizioni consentono quindi a una classe politica a rischio di autoreferenzialità di interloquire con i soggetti che agiscono in grandi organizzazioni sociali come sono i sistemi educativi: sindacati dei lavoratori e degli imprenditori, associazioni professionali e dei genitori, enti che si occupano di istruzione e formazione, centri di ricerca o, come nel caso di Tuttoscuola (il cui contributo può essere consultato a questo link), di informazione, analisi e documentazione sulle strutture e sulle politiche educative.