Un anno in meno ai licei?

Ipotesi degli esperti per conseguire il diploma a 18 anni

Secondo quanto riferisce l’agenzia Dire, si sono ormai conclusi i lavori della commissione di esperti voluta dal ministro Profumo per proporre di anticipare a 18 anni il conseguimento del diploma.

La proposta che ne esce potrà costituire un memorandum per il futuro ministro.  

L’iniziale ipotesi di anticipare di un anno l’intero percorso scolastico, spiegano i tecnici, ha diverse “controindicazioni”. Anticipare le elementari a 5 anni consentirebbe di lasciare immutato il sistema, sarebbe “una soluzione poco invasiva” e “in apparenza” più agibile.

Ma “ciò è vero solo ad uno sguardo superficiale”.

Questa soluzione, infatti, presenta controindicazioni pedagogiche e libera meno risorse, sottolineano i tecnici. Tagliare la scuola dell’infanzia sarebbe un errore e non ci sono molti paesi in cui la scuola dell’obbligo comincia a 5 anni. Ci sono anche ragioni “politiche” per dire no a questa soluzione (analoga proposta del ministro Berlinguer venne decisamente respinta 16 anni fa), senza contare che con la primaria che comincia a 5 anni anche le medie finirebbero prima, obbligando i ragazzi a scegliere la scuola superiore con ulteriore anticipo e mettendoli a rischio di una selezione precoce su cosa fare nel loro futuro.

La riduzione degli anni totali di scuola da 13 a 12 con la “quadriennalizzazione” delle superiori sembra essere la soluzione più caldeggiata, ritoccando, in particolare, le superiori con una sorta di 2+2 invece dell’attuale 2+3 (biennio e triennio).

I tecnici ipotizzano anche un primo ciclo di 7 anni (primaria più medie come propose a suo tempo Berlinguer con palese insuccesso) anziché di 8, ma il ‘taglio’ sul secondo ciclo resta in pole position.

Riducendo da 13 a 12 anni il percorso, ad un primo calcolo, si risparmierebbero 1.380 milioni di euro. Ma solo dopo alcuni anni, specificano i tecnici. E i docenti in esubero? Andrebbero ricollocati “virtuosamente” dentro il sistema per migliorare l’offerta formativa e il sostegno didattico.

Lo studio è interessante, ma sembra destinato ad essere poco più di una mera esercitazione, visto che si è trattato di un lavoro ‘a freddo’, del tutto estraneo al dibattito elettorale e alle problematiche in corso.