Garante per l’Infanzia: Povertà e dispersione scolastica aumentano di pari passo

Povertà, discriminazione ed emarginazione sociale, dispersione scolastica, sono tutti rischi a cui in Italia oggi i bambini e adolescenti sono esposti, e spesso vittima: è il richiamo dell’Autorità Garante per l’infanzia, Vincenzo Spadafora, nella prima Relazione annuale dell’Autorità, e “a parlare sono i fatti quotidiani, le cifre, le continue emergenze che ormai sono la regola; le condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti sono sotto gli occhi di tutti ed è sufficiente percorrere le strade delle nostre città per trovare aree nelle quali i parametri relativi al benessere dell’infanzia e dell’adolescenza sono in caduta libera“.

Il garante, riferendosi anche ai dati del recente “Atlante dell’Infanzia a rischio” di Save the Children, ha sottolineato come “la situazione generale dell’infanzia stia peggiorando negli ultimi tempi“. E “il dato più chiaro ed allarmante è relativo alla povertà“. L’Italia – ha ricordato il Garante – è tra i Paesi Ocse con il tasso di povertà relativa più elevato fra i bambini, il 15% dei bambini italiani vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale. E secondo l’Istat, in Italia sono 1 milione e 876 mila le persone di minore età che vivono in famiglie povere e 653 mila quelle che vivono in condizione di assoluta povertà.

La situazione più grave è nel Mezzogiorno: la Sicilia ha la quota più elevata di persone di minore età povere (44%), seguita dalla Campania (32%) e dalla Basilicata (31%). “È allarmante inoltre – ricorda Spadafora – il dato in crescente aumento delle famiglie a “rischio povertà”: famiglie, cioè, che non sono considerate povere ma che potrebbero facilmente diventarlo a fronte di eventi negativi“. E avverte il Garante “povertà, discriminazioni ed emarginazione sociale sono strettamente collegate tra loro: la povertà infatti impedisce ai bambini e agli adolescenti di condurre la vita secondo le proprie aspirazioni e capacità, rappresentando di fatto una limitazione della libertà personale. È ciò che avviene, solo per citare qualche esempio, quando un bambino non può andare a scuola o la deve abbandonare precocemente o è costretto a lavorare duramente o quando la malnutrizione incide sullo sviluppo fisico“.

Non solo, c’è anche il rischio di mancanza di alternative, della possibilità di un futuro migliore: “Poiché nel nostro Paese si registra una scarsissima mobilità sociale relativa al reddito, è evidente che la gran parte dei bambini che si trovano in famiglie in cui i genitori percepiscono un reddito basso si troveranno da adulti a ricevere un reddito altrettanto basso“. E “un altro elemento di preoccupazione – sottolinea il Garante per l’Infanzia – è rappresentato dalle cifre che riguardano l’abbandono scolastico“.

In particolare, Sicilia, Sardegna e Puglia sono le regioni con la percentuale più alta di studenti che decidono di lasciare la scuola prima di conseguire il diploma di maturità: “E purtroppo gli effetti della dispersione formativa saranno ancora più visibili solo quando bambini e adolescenti diventeranno adulti attivi nel tessuto sociale e culturale del Paese“.

È in crisi la scuola, ed è in crisi la famiglia, avverte Spadafora: “La scuola abbandonata al suo destino, sia per quanto attiene ai percorsi formativi che alle condizioni strutturali degli edifici scolastici, non è il solo foro educativo in crisi. E i genitori si sentono lasciati soli nel fronteggiare le difficoltà legate all’educazione e alla crescita dei figli, soprattutto per la necessità di dover “competere” con la moltiplicazione dei fori educativi, primi tra tutti internet e televisione“.