Valutazione: nessuno mi può giudicare…

Anche gli insegnanti milanesi, dopo quelli di Napoli, Torino e Cagliari, si stanno esprimendo massicciamente contro la sperimentazione sul merito lanciata dal ministro Gelmini.

Il termine per aderire alla sperimentazione è stato prorogato al 7 febbraio ma intanto tutte le scuole che si sono riunite nei giorni scorsi a Milano per valutare l’adesione al progetto si sono dichiarate indisponibili.

In totale si tratta finora di 36 istituti di tutti i livelli. Il primo a dire no è stato una scuola primaria, seguita da istituti secondari prestigiosi come il liceo classico Manzoni e l’Itis Feltrinelli.

Per la realizzazione del progetto, che riguarda i singoli docenti disposti ad aderire volontariamente alla valutazione della loro capacità professionale, dovrebbe essere costituito in ogni scuola dei territori interessati un nucleo di valutazione composto dal preside, da due professori eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di istituto (in qualità di osservatore). La valutazione dovrebbe considerare il curriculum vitae, il documento di valutazione redatto dal nucleo di valutazione, il giudizio sui docenti espresso dai genitori. Ma molti collegi a quanto risulta sono  orientati a boicottare il nucleo rifiutando di eleggere i due colleghi che dovrebbero farne parte.

Le motivazioni? A quanto trapela dalle scarne informazioni che provengono dalle scuole, gli insegnanti percepirebbero come umiliante soprattutto il fatto di essere giudicati dai propri colleghi, e condizionante per la loro libertà di insegnamento la presenza di diritto del dirigente scolastico nel nucleo di valutazione, e anche l’acquisizione del giudizio dei genitori. Insomma è proprio l’idea di essere giudicati a non essere accolta dagli insegnanti. Neanche in cambio di una quattordicesima mensilità…