Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Scuola e autismo, quale il modello di inclusione auspicabile

Dal nostro lettore Nicola abbiamo ricevuto un commento alla recente notizia sull’approvazione, da parte del Consiglio comunale di Palermo, di una mozione per la costituzione di una scuola materna speciale per i bambini affetti da autismo.

Con altra notizia, abbiamo dato conto che il Comune di Palermo ha rettificato la propria posizione.

Riteniamo che la discussione che ne può scaturire possa essere interessante e invitiamo anche gli altri lettori ad esprimersi, scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com (o attraverso la piattaforma sottostante o tramite la nostra pagina Facebook).

Nei paesi anglosassoni, che notoriamente sono molto più avanzati in materia di autismo rispetto all’Italia, le scuole speciali per bambini autistici sono fortunatamente una realtà consolidata.

Queste scuole, avvalendosi di insegnati preparati in autismo, possono davvero aiutare molti bambini a migliorare, anche parecchio, le loro abilità. Utilizzando gli approcci terapeutici che nelle scuole italiane sono, per lo più, sconosciute, frequentemente si aiutano bambini ad affrontare meglio i cicli scolastici, per bambini “normo tipici”, successivi.

Ecco che frequentare, per alcuni anni una scuola con ritmi di lavoro e tecniche di apprendimento specifici può significare molto, per alcuni bambini, ai fini del conferimento di abilità necessarie. I bambini certamente non si sentono ghettizzati nel frequentare una scuola speciale (sicuramente non nei paesi anglosassoni).

A sentirsi “diversi”, sarebbero molti (o alcuni) politici italiani che preferirebbero far mancare la preziosità degli interventi precoci, individualizzati e specifici ai bambini affetti da autismo, nel nome del falso valore dell’inclusione scolastica, piuttosto che riconoscere la dannosità dell’attuale maldestra inclusione scolastica italiana.

Si preferisce dunque consegnare i bambini ad insegnanti di sostegno spesso prive della benché minima formazione sull’argomento come i recenti fatti di cronaca hanno documentato? Le insegnanti di sostegno in Italia rappresentano, di fatto, un sostegno primariamente per l’insegnante prevalente, alla quale sottraggono il bambino disabile parcheggiandolo in corridoio, per consentire il normale progresso della lezione in classe, anziché un sostegno per lo stesso bambino e quasi sempre, sprecano il prezioso tempo a disposizione sotraendolo ad attività o terapie specifiche che sarebbero utilissime per lui.

Conseguentemente teorizzare e propugnare l’attuale inclusione scolastica rappresenta la vera “condanna” a subire i peggiori effetti della malattia per questi bambini nonché la vera ghettizzazione per essi ed i loro familiari. Di conseguenza i politici che disprezzano le scuole speciali per bambini autistici dimostrano di non aver mai parlato con un solo genitore di un bambino autistico.

Ma, si sa, la politica oggi in Italia è fatta così. Si potrebbe sperare che le deputate in questione ponessero una “interrogazione urgente” a quei genitori di Palermo, a cui va tutta la mia solidarietà ed appoggio, al fine di comprendere le loro ragioni, prima di porre l’interrogazione al Ministro Carrozza che ci auguriamo essere più NewDem di loro.

Firmato Nicola, papà di Luca.

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