Il vicario conteso tra collegio e dirigente

Anche il docente vicario (vicepreside come si usa dire) è entrato a far parte delle materie oggetto di trattativa contrattuale tra Aran e sindacati della scuola.
La sua designazione potrebbe essere affidata al collegio docenti, anziché, come è sempre avvenuto dal 1974 in poi, essere scelto dal capo d’istituto.
La proposta presentata dall’Aran, forse anche per temperare le proteste per quello che è sembrato un eccessivo spazio riservato ai dirigenti scolastici, potrebbe essere accolta dai sindacati ma è sicuro che non sarà gradita ai dirigenti scolastici.
La proposta consiste in questo: il dirigente sceglie una terna di nomi, la sottopone al collegio dei docenti che votano individuando il docente con funzioni vicarie.
Sembra una mediazione, ma in effetti è una rivoluzione che, tra l’altro, confligge con una norma legislativa del Testo Unico che tuttora affida la prerogativa della scelta finale al capo d’istituto.
Perché una rivoluzione? Il vicario sarebbe il rappresentante del collegio anziché la persona di fiducia del dirigente. Dovrebbe rispondere del suo operato prima al collegio che al dirigente del quale dovrebbe esercitare le funzioni vicarie in caso di assenza o impedimento.
La soluzione può calmare i sindacati, ma apre un nuovo fronte dagli sviluppi imprevedibili.