Walter Tocci/1. Com’era verde la mia scuola…
Nel celebre film di John Ford ‘Com’era verde la mia valle’ (1941) il protagonista ricorda con nostalgia i suoi anni giovanili e le vicende che trasformarono la sua valle, e la piccola città gallese di minatori in cui era cresciuto in una famiglia patriarcale, in un luogo di conflitto sociale, cambiamento, emancipazione, nel quale si avvertiva però la forza di valori tradizionali come la solidarietà, la semplicità e la lealtà dei rapporti tra gli individui all’interno della dimensione comunitaria, la condivisione di un orizzonte comune.
Lo stesso genere di sentimenti, un misto di nostalgia e di riaffermazione dell’importanza di valori autentici e condivisi, attraversa il volume che il senatore Walter Tocci – uno dei tre parlamentari del Pd che si rifiutarono di approvare la legge 107 uscendo dall’aula al momento del voto (gli altri due furono Mineo e Ruta) – ha dedicato alla ‘Buona Scuola’ e più complessivamente alle grandi questioni della politica educativa del nostro tempo, alle soglie dell’epocale cambio di paradigma culturale e sociale indotto dall’avvento di internet e delle nuove tecnologie dell’informazione.
Un volume denso e intenso, che l’autore ha voluto intitolare ‘La scuola, le api e le formiche’ (Donzelli editore) facendo riferimento alla capacità delle formiche di “curare la vita in comune” e a quella delle api di “scrutare nuovi paesaggi”: a queste capacità di accoglienza (della domanda di educazione nelle sue varie forme) e di curiosità per il nuovo (creatività della didattica) dovrebbero a suo giudizio ispirarsi i riformatori scolastici, e non a quella “ossessione normativa” che ha soffocato la scuola italiana, e di cui a suo avviso la legge 107 è una summa, con le sue 25.134 parole, “un testo circa dieci volte più lungo della media di altri importanti provvedimenti che hanno segnato la storia della politica scolastica” (la legge di unificazione della scuola media del 1962, per esempio, conteneva solo 2917 parole).
(Prosegue nell’articolo correlato)
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