Vogliamo discutere seriamente di come ridurre i costi?/2

Se agli istituti scolastici fosse affidato un budget (di cui render conto) per finanziare tutte le spese di funzionamento degli istituti, dalle utenze ai materiali consumabili (quelle che nel gergo gestionale aziendale si chiamano, non a caso, “costi controllabili”), essi avrebbero la possibilità (e soprattutto l’interesse) di monitorare molto più da vicino questi costi, senza dipendere da qualcuno all’esterno – come l’amministrazione provinciale (o il Comune nel caso di scuole del primo ciclo) – che ha ben poco a che fare con il servizio, è oggettivamente lontano e senza possibilità di inviare squadre di personale a seguirlo da dentro, e che probabilmente non si è neanche dotato di adeguati sistemi di verifica e controllo. E se anche lo avesse fatto non avrebbe l’autorità per dire a una scuola che deve ridurre dell’x percento le spese in quanto è lontana dal benchmark, cioè dal livello di spesa di riferimento. La Provincia che può dire di agire così ce lo faccia sapere, saremo lieti di venire a verificarlo e a darne subito la massima evidenza.

Il concetto – per capirci – di spendere con la carta di credito di un altro è molto pericoloso, nelle famiglie come nelle imprese e nella pubblica amministrazione. Quando chi fa girare il contatore (che si tratti di elettricità, telefonia o qualsiasi altra utenza) è la stessa persona che poi pagherà la bolletta, ci sono più probabilità che il consumo sia ottimizzato. Se lo Stato – federalismo o non – adottasse almeno il buon senso dell’economia domestica…