Violenza a scuola, Sinopoli (FLC CGIL): ‘Scuola e sindacato si costituiscano parte civile’

«Gli episodi di violenza di cui, con drammatica frequenza, sono fatto oggetto i docenti sono eventi inammissibili che la FLC CGIL stigmatizza fermamente e che devono avere una risposta dalle pubbliche istituzioni. Perché, quando accadono fatti ed eventi drammatici come questi, significa che la solidarietà e la legittimità della istituzione scuola viene messa in discussione». Così il sindacato prende posizione nei confronti degli ultimi fatti di cronaca che hanno visto gli insegnanti in balia di episodi violenti da parte di genitori e studenti.

«Ciò che accade mette in evidenza che drammaticamente viene meno la distinzione che pure fonda i sistemi dell’istruzione – afferma FLC CGIL – : da un lato la costruzione dei limiti educativi da parte delle famiglie che una volta, ma evidentemente non più oggi, consegnavano alle scuole bambini e adolescenti abituati al no e al rispetto delle regole; dall’altro lato la funzione centrale della scuola identificata correttamente e prioritariamente come agenzia di acquisizione dei saperi e della conoscenza e che contestualmente all’istruzione rafforza e consolida modelli educativi socialmente condivisi. Se è così e se si deve prendere atto che la scuola è rimasto l’unico vero presidio educativo oltre che culturale del paese occorre, allora, soprattutto investire nella scuola, perché se si percepisce che essa non è centrale, la considerazione sociale viene meno e le conseguenze possono essere anche di questo tipo».

«Occorre anche attivare strumenti di difesa per il docente che poi sono quelli previsti dalla legge – dichiara Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL – il docente deve ricorrere al giudice, ma in una situazione straordinaria come quella di oggi, riteniamo che la scuola dell’autonomia debba costituirsi parte civile, come deve fare a mio avviso anche il sindacato, esattamente come avviene in situazioni di analoga emergenza dove esistono norme generali da far valere per cui serve un segnale prima di tutto culturale,  non trattandosi ormai più solo di fatti isolati. Ma soprattutto va recuperato il prestigio delle istituzioni scolastiche, continua Sinopoli. Abbiamo iniziato a farlo con il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro la cui pre intesa è stata siglata a febbraio, dopo nove anni di vacanza, in cui abbiamo voluto inserire innanzitutto norme tese a superare le inconcepibili pretese della legge 107 di trasformare le nostre scuole in aziende, in costante competizione quasi mercatistica tra loro, e i docenti in meri funzionari e non educatori».