Violenza a scuola: prof chiede a studente di spegnere la musica, lui lo getta a terra e gli rompe il naso

Un nuovo episodio di violenza scuote le scuole italiane. Questa volta la vittima è un insegnante di Storia dell’Arte di 48 anni, che lavora in un istituto nella periferia di Milano. Un’aggressione fisica da parte di uno dei suoi alunni avrebbe portato il docente in ospedale con il naso rotto, ma ha anche sollevato una riflessione più ampia sulla crescente inciviltà che permea le aule scolastiche. Un fenomeno che sembra non arrestarsi e che preoccupa sempre di più chi lavora nel sistema educativo.

Il fatto è accaduto nel primo giorno di lavoro del professore, che doveva iniziare una lezione di laboratorio di grafica con una seconda classe. La situazione si è subito complicata quando uno degli studenti ha ignorato la sua richiesta di spegnere la musica che aveva acceso sul telefonino. Un gesto che sembrava inizialmente una semplice disattenzione, ma che ha scatenato una serie di eventi che si sono rivelati drammatici.

Ho chiesto più volte di spegnere la musica, ma l’alunno ha cominciato a offendere verbalmente, fingendo di obbedire per poi riaccendere il dispositivo“, racconta il professore. La situazione sarebbe degenerata ulteriormente quando un altro studente, rimasto fuori dalla classe, avrebbe iniziato a insultarlo alle spalle. Dopo vari tentativi di riportare l’ordine, l’aggressore avrebbe fatto cadere il docente e sferrato il calcio che lo ha colpito al volto, causandogli la frattura del naso.

Un episodio violento che si inserisce in un quadro preoccupante di violenza scolastica sempre più diffusa. “La mancanza di rispetto, la violenza verbale e fisica contro gli insegnanti è diventata una triste realtà nelle nostre scuole”, sottolinea il professore. “Non è più un episodio isolato, ma una dinamica che si ripete con preoccupante frequenza. I ragazzi, soprattutto i minorenni, si sentono onnipotenti. Le lezioni di educazione civica dovrebbero diventare lezioni di prevenzione dei reati, di educazione alla legalità, cominciando dalle scuole primarie: i giovani devono sapere quali limiti non si possono superare”.

Nonostante l’accaduto, il docente non ha nascosto di aver apprezzato il gesto della famiglia dell’alunno, che ha inviato una mail di scuse.

Lezione di educazione civica, non solo di diritto

Il professore punta comunque il dito sulla necessità di un’educazione civica che vada oltre le lezioni teoriche, per diventare uno strumento di formazione concreta. “Le lezioni di educazione civica dovrebbero diventare lezioni di prevenzione dei reati, di educazione alla legalità, cominciando dalle scuole primarie: i giovani devono sapere quali limiti non si possono superare”.

Una riflessione che arriva a chiusura di un episodio che, purtroppo, è solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni che coinvolgono il personale scolastico. E mentre le indagini proseguono, il dibattito sulla sicurezza nelle scuole e sul ruolo dell’insegnamento non può più essere rimandato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA