Verso lo sciopero della scuola

Non sono bastati quasi due mesi di verifiche e controlli tecnici da parte del ministero dell’Economia sui conti dell’Istruzione per accertare l’effettiva esistenza dei risparmi di sistema per finanziare in parte il contratto della scuola.
Le trattative all’Aran, come si sa, si sono interrotte e i sindacati confederali e lo Snals, dopo la proclamazione della mobilitazione e l’inutile tentativo di conciliazione, hanno indetto l’astensione dal lavoro per il prossimo 24 marzo. Anche gli altri sindacati, Gilda compresa, vi aderiranno.
Sarà quindi sciopero, a meno di clamorosi recuperi dei prossimi giorni.
Tuttavia, anche se si dovesse accertare l’effettiva esistenza delle risorse finanziarie per il contratto, a suo tempo assicurate dal ministro Moratti, ben difficilmente la macchina dello sciopero si fermerà.
C’è infatti, fresca fresca, la riforma appena varata dal Parlamento e non gradita ai sindacati: l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire di mano.
Le dure posizioni espresse da alcune influenti sigle sindacali, e la volontà dichiarata di impugnare la nuova norma fino alla Corte costituzionale stanno radicalizzando lo scontro con evidenti possibilità di saldature politiche con partiti dell’opposizione.
I sindacati, anche quelli più moderati, sono ancora presi dai giudizi negativi sulla legge più che dalle proposte per una sua efficace attuazione.
Se a tutto questo si aggiunge il tema della guerra e della pace, si può ben immaginare quali ragioni, non direttamente contrattuali, potrebbero spingere la scuola a scioperare, comunque.
Uno novità interessante riguarda le adesioni allo sciopero. Per la prima volta, finalmente, tutte le istituzioni scolastiche, in base alla nota ministeriale n. 12427/mr del 18.11.2002, comunicheranno in tempo reale on line al ministero le adesioni allo sciopero. Finirà la guerra delle cifre.