Verso il voto di fiducia

Per varie ragioni (tempi sempre più stretti, pratiche ostruzionistiche annunciate da Sel e 5 Stelle) ma soprattutto per il ritorno in campo del Renzi prima maniera, quello decisionista e rottamatore, il Ddl sulla Buona Scuola si avvia ad essere sottoposto all’approvazione del Senato per la via breve del voto di fiducia sul testo che sarà presentato dai relatori di maggioranza al netto di eventuali modifiche non gradite introdotte nel corso del dibattito in Commissione e in Aula.

Per fare questo il Governo dovrebbe raccogliere in un unico articolo tutte le norme contenute nel Ddl e chiedere il voto di fiducia su di esso. E non è da escludere che venga presa in considerazione anche l’ipotesi di anticipare con decreto legge (ma solo contestualmente al più complessivo Ddl) la materia che riguarda la stabilizzazione degli oltre 100.000 docenti delle Gae, invocando per questa operazione le ragioni di necessità e urgenza richieste dalla Costituzione per i decreti legge.

In questo caso tali ragioni sussisterebbero in quanto funzionali all’obiettivo, non altrimenti conseguibile, di consentire l’inizio del nuovo anno scolastico mettendo le scuole in condizioni di agibilità minima per quanto riguarda i docenti.

È probabile che Matteo Renzi non si faccia sfuggire l’occasione per dimostrare: 1) di essere in grado di tenere insieme le assunzioni e la riforma, anche se con qualche mediazione rispetto al progetto iniziale; 2) di saper rispondere al segnale negativo venuto dalle elezioni regionali e amministrative accelerando ulteriormente l’azione di governo, il ‘fare’; 3) di non essere condizionato dalla minoranza interna del suo partito, e anzi di averne evidenziato le divisioni tra intransigenti e dialoganti.