Veltroni: essenziale una riforma condivisa di scuola, università e ricerca

Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, ha aperto una difficile riunione della Direzione del suo partito dedicando uno spazio rilevante alla politica scolastica.

La quarta (su cinque) delle “sfide di innovazione” che egli ha lanciato in questa occasione si intitola infatti “Una radicale e condivisa riforma della scuola, dell’università e della ricerca”, e dichiara senza mezzi termini che “nella scuola e nell’università è il cambiamento, e non la conservazione, la frontiera dei riformisti“, e che “selezione e valutazione sono i principi che ispirano le nostre proposte“.

Ma su quale terreno potrebbe avvenire la condivisione? Non su quello dei “tagli”, anche se Veltroni sottolinea che il governo ha fatto in materia “un netto passo indietro“. La proposta avanzata dal segretario del PD è quella di puntare sulla valutazione, perché “senza selezione e valutazione, senza merito, i migliori finiscono per risultare sempre gli stessi: quelli con famiglie facoltose alle spalle, quelli con i contatti giusti“.

Espressioni e toni non molto diversi da quelli impiegati dal ministro Gelmini alla Camera in sede di dichiarazioni programmatiche, e ripetuti ancora in questi giorni di forti polemiche. E’ dunque su un sistema nazionale di valutazione standardizzata dei livelli di apprendimento che potrebbe verificarsi la “condivisione”? E’ possibile, perché l’approccio al problema di Veltroni ci sembra sensibilmente diverso da quello tradizionalmente tenuto dalla sinistra politica e accademica in Italia: il segretario del PD propone esplicitamente un “grande esame su scala nazionale, gestito da valutatori esterni alle scuole e corretto in modo centralizzato“, che consenta di “valutare il contributo netto di ogni scuola e di ogni docente sui risultati degli studenti“. Su questa base “sarà finalmente possibile indirizzare le risorse verso le realtà che lo meritano“.

Dice “che lo meritano”, Veltroni, non solo “che ne hanno bisogno”, come tante volte si è sentito dire, e in parte si sente ancora dire, da parte della sinistra tradizionale. Almeno sulle prospettive di medio periodo (costruire un serio sistema di valutazione e farlo funzionare bene richiede tempo e risorse umane adeguate) sembra delinearsi uno spazio di dialogo e di possibile convergenza.