Valutazione: per l’AIMC decisiva la professionalità di chi valuta

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) ha presentato sabato scorso in un apposito seminario nazionale il report finale dell’indagine “Valutazione dell’insegnamento e qualità della scuola”, realizzata con il coinvolgimento di oltre 2000 docenti e dirigenti di ogni ordine di scuola su tutto il territorio nazionale.

Oggetto specifico dell’indagine è stata la valutazione del lavoro degli insegnanti, esaminata attraverso quattro campi di indagine: Valutare perché? Valutare che cosa? Chi valuta? Valutare come?

Alla prima domanda solo una ristretta minoranza (9%) ha indicato nella premialità la principale finalità della valutazione mentre il 44% degli intervistati l’ha individuata nell’obiettivo di migliorare la qualità della scuola e dell’offerta formativa, che per il 49% dipende a sua volta dal miglioramento della professionalità dei docenti, strettamente legato a una efficace formazione in servizio.

Nel secondo campo di indagine (valutare che cosa?) è emerso che la maggioranza degli intervistati (21%) indica nella competenza didattica l’elemento primario da valutare, ma anche altri item sono giudicati importanti, in particolare la relazione educativa (17%), la competenza disciplinare (17%) e la cura della formazione professionale (17%).

Ai quesiti riguardanti il terzo campo di indagine (Chi valuta?) una netta maggioranza di rispondenti (62%) ritiene che chi valuta i docenti debba essere un docente o comunque provenire dalla docenza, ma anche che sia un soggetto esterno, non coinvolto nelle dinamiche degli istituti (anche qui si nota una distanza critica dal modello adottato dalla sperimentazione ministeriale ‘Valorizza’, che utilizza docenti interni come valutatori).

Quanto al Valutare come? la grande maggioranza (74%) ritiene che debba essere privilegiata l’interazione tra la valutazione interna e quella esterna. Gli strumenti considerati più efficaci per la valutazione interna sono le griglie di autoanalisi dell’attività didattica (35%) e il sistema di autovalutazione di scuola (35%). Ma molti (43%) riconoscono che esiste uno stretto collegamento tra la valutazione dell’insegnamento e il miglioramento dell’apprendimento degli alunni, relazione che è a fondamento della valutazione esterna, in particolare delle prove Invalsi.

L’indagine dell’AIMC evidenzia nel complesso una sostanziale diffidenza verso la filosofia individualista e premiale che ispira i progetti ministeriali dell’era Gelmini, che l’attuale ministro Profumo intende peraltro modificare, ma non abbandonare.