Valutazione nella primaria: il ritorno al voto piace alla destra, nuovo dietrofront in vista

Nel dibattito “sulla scuola senza voti” che da alcune settimane sta animando la discussione in molti istituti della secondaria di secondo grado, si è inserita, pochi giorni fa, quasi in controtendenza, la dichiarazione, rilasciata nel corso di un’intervista all’ANSA, dal sottosegretario all’istruzione, Paola Frassinetti (FdI), sulla valutazione nella scuola primaria.

Nell’intervista Frassinetti ha trattato diverse questioni, tra cui quella relativa proprio alla valutazione nella scuola primaria, limitandosi ad affermare in proposito che si tornerà al voto numerico in sostituzione del giudizio che “ha creato solo confusione nelle famiglie, complicando il lavoro dei docenti”. La sua dichiarazione non arriva a sorpresa, perché già durante la campagna elettorale dell’anno scorso la sottosegretaria aveva manifestato l’esigenza di modificare il sistema di valutazione della scuola primaria, ritornando al passato.

Ovviamente, d’intesa soprattutto con il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara – che sembra abbia già condiviso la proposta – occorrerà preventivamente procedere all’abrogazione dell’articolo 1 comma 2 bis del DL 22/2020, aprendo la strada al ritorno al voto numerico, non prima, comunque, del prossimo anno scolastico 2024-25.

Alcuni mesi fa il ministro Matteo Salvini, parlando della scheda valutativa della figlia frequentante una scuola primaria, aveva dichiarato: “Faccio fatica a capire la sua scheda valutativa. Per capire cosa vogliono dire le parole usate nella scheda ci vuole una laurea. Ma allora non sarebbe meglio tornare ai voti con i numeri?”

Fratelli d’Italia e Lega sono, dunque, per la cancellazione dei giudizi per ritornare al voto numerico nella scuola primaria. Se anche Forza Italia condividerà la proposta, la storia infinita della valutazione nella scuola primaria riprenderà il suo corso di andata e ritorno.

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