
Valutazione e globalizzazione. Pronto il Pisa-Based Test for Schools
Uno scarno comunicato pubblicato (solo in inglese) sul sito dell’Ocse Pisa (www.oecd.org/pisa) dà notizia di una iniziativa sperimentale che potrebbe condurre in pochi anni alla diffusione molecolare, in milioni di classi di tutto il mondo, del modello valutativo Pisa-based, fondato cioè su test del tipo di quelli utilizzati ogni tre anni nella indagine comparativa internazionale sui livelli di apprendimento dei quindicenni denominata PISA (Programme for International Student Assessment), avviata nel 2000 e giunta nel 2012 alla quinta edizione.
Si tratta di test predisposti dallo staff dell’Ocse-Pisa e messi a disposizione delle scuole e degli insegnanti che vorranno servirsene per mettere a confronto (benchmark) i risultati dei propri alunni quindicenni con quelli raggiunti dai coetanei nei migliori sistemi educativi del mondo. Risultati “migliori”, ovviamente, secondo i parametri dell’Ocse, che nella valutazione delle performance degli studenti privilegia la loro capacità di utilizzare le loro conoscenze in lettura, matematica e scienze per affrontare i problemi della vita reale.
Già dal prossimo anno le scuole secondarie inglesi potranno utilizzarli. Insieme ai test le scuole potranno sottoporre agli studenti appositi questionari volti a stabilire quanto essi siano soddisfatti della scuola e della classe che frequentano.
Andreas Schleicher, consigliere del segretario generale dell’Ocse per le politiche educative e vicedirettore dell’area educazione e competenze (Education and Skills) ha affermato che “il nuovo test Pisa-Based consentirà per la prima volta alle scuole inglesi di capire a che livello esse si collocano nel confronto internazionale, e aiuterà gli insegnanti e gli schoolleaders (i capi di istituto e gli altri decisori a livello di scuola, ndr) a capire dove concentrare i loro sforzi tesi a innalzare gli standard ”.
Il modello è pronto. Più di 100 scuole in 22 Stati negli USA, e altre in Canada e nel Regno Unito, hanno partecipato al progetto pilota che lo ha messo a punto nel 2012. La valutazione degli schoolleaders e degli insegnanti americani è stata molto positiva soprattutto sui test, giudicati più significativi e utili dei tradizionali test disciplinari
I test saranno comunque gestiti, e il loro esito valutato, all’esterno delle singole scuole. Gli studenti (almeno 75 per scuola) avranno due ore e mezzo di tempo per completare i test e riempire i questionari. Alle scuole saranno restituiti gli esiti complessivi dei test (non quelli dei singoli studenti), che non saranno comunque resi pubblici: l’obiettivo dei test Pisa-Based for Schools è quello di aiutare le singole scuole a migliorare. Le informazioni sui e le comparazioni tra i sistemi, col massimo di pubblicità, restano affidate alle indagini triennali PISA.
Si sa che, in modo più o meno informale, anche in altri Paesi, compresa l’Italia, molte scuole fanno già fare agli studenti esercizi di accompagnamento ai test PISA. E’ probabile che quanto sta avvenendo nel mondo anglosassone apra la via ad analoghe iniziative in tutta l’area Ocse, allargata agli altri Paesi che aderiscono all’indagine PISA.
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