Valutazione dei dirigenti/1. Le due anime della CGIL

La CGIL scuola ha riunito la scorsa settimana a Bellaria i suoi dirigenti scolastici per un convegno nazionale di due giorni sul tema “Valutazione dei dirigenti scolastici e valutazione di sistema”. Il convegno ha avuto per molti aspetti il carattere di un seminario: aperto, problematico, dibattuto, come risulta anche dalla agile “webcronaca” dei lavori, pubblicata in tempo reale nel sito internet della CGIL scuola (www.cgilscuola.it).
Dai lavori sono emerse in sostanza due linee, che se sviluppate con coerenza appaiono difficilmente conciliabili: la prima, critica ma propositiva nei confronti del modello sperimentale di valutazione del MIUR (SIVADIS), è stata rappresentata soprattutto da Franco De Anna, attualmente ispettore e valutatore di prima istanza, ma in passato autorevole dirigente della CGIL scuola. La seconda, di chiara e dura contrapposizione alla sperimentazione in corso, la si è potuta cogliere soprattutto nell’intervento di Fiorella Esposito, responsabile dei dirigenti scolastici CGIL in Campania.
In realtà dietro le due posizioni emerse nel convegno stanno due concezioni diverse del ruolo del dirigente scolastico: la prima, legata alle elaborazioni sull’autonomia delle scuole prodotte dal centro-sinistra di governo, accetta in sostanza l’assimilazione del dirigente scolastico alla figura del dirigente pubblico che risponde dei risultati della sua attività, e per questo e su questi viene valutato dai suoi superiori. La seconda, più vicina alla sensibilità e alle parole d’ordine della sinistra d’opposizione, rifiuta in realtà le aperture alla cultura manageriale, più attenta alla domanda e al “mercato”, insite nella prima, per privilegiare un’ottica istituzionalista, più centrata sull’offerta e sulla certezza dei compiti del servizio pubblico, con obiettivi e indicatori predefiniti e inseriti nel contratto individuale.