Valutazione dei dirigenti scolastici/2. Tutti d’accordo (o quasi)

I sindacati scuola della CGIL, CISL, UIL, CONFSAL-SNALS e CIDA-ANP hanno commentato favorevolmente la conclusione del lungo negoziato per il rinnovo contrattuale e le relative nuove modalità di valutazione dei risultati e delle prestazioni dei dirigenti scolastici, alla cui definizione ha contribuito in modo determinante, negli ultimi mesi, la commissione mista MIUR-Sindacati-Associazioni professionali costituita per approfondire il tema.
La commissione ha posto le basi per la soluzione di quello che appariva essere uno dei più grossi ostacoli sulla strada non solo del rinnovo contrattuale ma anche di un corretto rapporto tra il Ministero (tenuto alla applicazione della legge sulla dirigenza, che implica la valutazione di tutti i dirigenti, compresi quelli scolastici) e le Organizzazioni sindacali, ostili a modalità di valutazione delle prestazioni (azioni professionali, competenze) che non garantissero la collegialità del giudizio e non si estendessero all’arco pluriennale dell’incarico.
Ottenute queste condizioni, con l’ingresso di un dirigente scolastico nel team di valutazione, la pluriennalità del giudizio e la riconduzione della valutazione annuale (finalizzata alla retribuzione di risultato) a criteri sostanzialmente autovalutativi, tutti i sindacati e l’associazione professionale ANDIS si sono dichiarati soddisfatti. Non così l’altra associazione professionale presente al “tavolo” misto, la DISAL, che un po’ a sorpresa ha chiesto che la valutazione del dirigente scolastico sia fatta contestualmente a quella dei docenti e non docenti (che è come chiedere un rinvio a tempo indeterminato…), e il sindacato autonomo SNADIS, che si oppone in linea di principio a qualunque forma di valutazione del DS.