Valutare le scuole, valutare il sistema: si accende il dibattito in Inghilterra

La recente pubblicazione delle tabelle inglesi, compilate a partire dai risultati del National Curriculum Test con il quale si verificano le competenze scolastiche, ed in base alle quali vengono ordinate per “eccellenza” anche le scuole primarie, offre più di uno spunto di riflessione.

Il Times si chiede se sia opportuno continuare a sottoporre gli allievi della scuola primaria alle rilevazioni di verifica, considerata la notevole spesa. Domanda che ci si è posti altre volte, oltre Manica.

A tale proposito emergono perplessità sul contenuto della prova scritta e sull’insieme delle prove di matematica che, a dire di diversi osservatori, non sarebbero state in grado di valutare a sufficienza l’abilità di “problem solving”.

Questioni non molto differenti rispetto a quelle che vengono affrontate anche da noi, ogni volta che vengono somministrate le prove Invalsi.

D’altro canto, le famiglie hanno bisogno di capire che livello di qualità offre la scuola in cui si trovano o si troveranno i propri figli, nonostante i timori, non solo degli insegnanti, che spostare eccessivamente l’attenzione sulle prove, possa portare a trascurare la preparazione in altre discipline, specialmente durante l’ultimo anno della scuola primaria.

Altro aspetto riguarda la frequenza delle verifiche. Troppe, troppo poche? Verifiche nazionali affiancate da altre a cura degli insegnanti e ad uso interno sulle altre discipline non valutate ufficialmente, come di fatto avviene sia da noi che in Inghilterra? Indubbiamente, il cuore del problema è se le prove, così come sono strutturate attualmente, soddisfino le differenti esigenze di famiglie e scuole.

Inghilterra, Galles ed Irlanda del nord, che seguono il curriculum nazionale, aderiscono anche ai test di verifica. Il governo scozzese se ne dissocia e, al momento, non sembra aver previsto alcuna forma di finanziamento per dare inizio ad un’operazione analoga.

Non interessa vedere come fanno gli altri per copiare o semplicemente per criticare. Piuttosto, importa la considerazione che portare la valutazione in un contesto europeo, ad un tavolo comune dove discuterne, può rendere possibile a tutti smussare i punti ancora controversi, esaminandoli da differenti punti di vista.