Valeria Fedeli ministro: cattolici sollevano il caso gender a scuola

Una dichiarazione di guerra“. Così Filippo Savarese, portavoce di Generazione Famiglia, ha definito la nomina di Valeria Fedeli al Ministero dell’Istruzione. Il mondo cattolico del Family Day prende una posizione dura e netta nei confronti della senatrice Dem, firmataria di una proposta di legge per l’educazione di genere nelle scuole. Il problema quindi? Di nuovo la questione gender.

Dure nei confronti del neo ministro anche le parole di Massimo Gandolfini, presidente del comitato Difendiamo i Nostri Figli: “Questa scelta ha chiaramente i toni della provocazione, se non della vendetta, verso le Famiglie del Comitato per il No, colpevoli di aver vinto il referendum bloccando una pericolosa deriva autoritaria nella quale erano già in programma disegni di legge contro la famiglia naturale e il diritto dei bimbi ad avere mamma e papà“. Partita all’attacco pure la Lega Nord: “La nomina della senatrice Fedeli al Ministero dell’Istruzione significa di fatto l’introduzione della teoria gender a scuola. Con questa nomina Renzi e il Pd hanno voluto mettere due dita negli occhi alle associazioni delle famiglie, significa voler creare tensioni, significa voler andare controcorrente rispetto a quanto condannato da Papa Francesco più volte in questi anni, in riferimento alla colonizzazione ideologica del gender a scuola“. 

Più concilianti i toni del Forum delle Famiglie di Gigi De Palo che invece esprime la sua disponibilità a collaborare con il ministro. In un suo post pubblicato su Facebook leggiamo: “Effettivamente è una scelta non troppo felice, visti i trascorsi della senatrice Valeria Fedeli, prima firmataria del Disegno di legge n. 1680 dal titolo ‘Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università. Anche il sottoscritto avrebbe preferito una scelta diversa – continua De Palo – ma con la Fedeli Ministro o senza la Fedeli Ministro, la storia la facciamo noi scegliendo o non scegliendo di esserci. E non solo a proposito del gender“.