Uscita dalla scuola. Una polemica preelettorale

Quando ho letto che noi genitori siamo obbligati a riprendere i figli da scuola sono rimasto allibito. Il punto è che la legislazione italiana tutela il minore, e fa benissimo, ma dimentica l’autonomia che è valore educativo e pedagogico importantissimo”, ha scritto Matteo Renzi in un post pubblicato nel suo account Facebook. Per questo ha chiesto “a Simona Malpezzi, responsabile del dipartimento scuola del Pd, di presentare già la settimana prossima un emendamento per modificare le regole: siano i genitori a scegliere e ad assumersi le responsabilità. Senza scaricarle sui professori”.

Come nel caso della Banca d’Italia (e, in parte, anche della legge elettorale) Renzi non ha esitato a differenziare la posizione del Pd da quella del governo, schierandosi su una linea diversa e a suo avviso più popolare nel senso di elettoralmente più conveniente, sposando in questo caso la causa dei genitori (“noi genitori”, ha scritto), in quello della Banca d’Italia la causa dei correntisti, certo più numerosi dei ‘burocrati’ della Banca d’Italia, e nel caso delle legge elettorale contrapponendo le esigenze di rappresentanza di una variegata classe politica di centro-sinistra e anche di centro-destra al monismo massimalista ed esclusivista dei 5 Stelle (“Noi da soli contro tutti gli altri”, “o noi o loro”, è la posizione dei pentastellati, che rifiutano di coalizzarsi con chiunque).

Posizione, quella di Renzi, che qualche commentatore giudica ‘populista’, e che in effetti sembra finalizzata – nell’imminenza di una campagna elettorale già di fatto avviata – a togliere spazio e armi propagandistiche al Movimento 5 Stelle. “Chiediamo al ministro Fedeli”, aveva scritto qualche giorno fa il deputato 5 Stelle Vacca in un’interrogazione parlamentare, “di attivarsi quanto prima per trovare una soluzione alla confusione e allo stato d’incertezza dei genitori, dirigenti scolastici e docenti riguardo la custodia dei ragazzi minori di quattordici anni all’uscita da scuola”. 

Fedeli ha risposto ribadendo il carattere imperativo delle leggi vigenti, ma Renzi ha sottolineato che le leggi si possono cambiare. E a quanto pare già nelle prossime settimane il ddl Malpezzi, sponsorizzato da Renzi, approderà in Parlamento, e se ne parlerà in campagna elettorale.

Nel tentativo di ampliare il consenso il Pd di Renzi mantiene un non facile equilibrio giocando su due tavoli: quello movimentista del Parlamento (vedi mozione critica su Bankitalia e il ddl Malpezzi) e quello istituzionale del Governo (vedi conferma di Visco alla guida della Banca e le rassicurazioni della Fedeli sul rispetto delle norme vigenti). Sarà così fino alle elezioni.