Uno sciopero nel vuoto

Prodi, se c’è, batta un colpo“. Con questo appello il segretario generale della CISL Raffaele Bonanni ha concluso il suo intervento di fronte ai 50.000 (cifra di fonte sindacale) partecipanti alla manifestazione nazionale svoltasi a Roma in occasione dello sciopero del personale della scuola, proclamato dai sindacati confederali e dalla Gilda per protestare contro la legge finanziaria 2008, che non contempla risorse per il rinnovo del contratto (biennio 2008-2009).
Ma al di là del numero effettivo dei partecipanti alla manifestazione, e della stessa percentuale di lavoratori che hanno aderito allo sciopero, occorre capire se e in che misura questa iniziativa di protesta possa effettivamente sbloccare la situazione. E’ vero che proprio il giorno prima il governatore della Banca d’Italia Draghi aveva riconosciuto che i salari italiani sono tra i più bassi in Europa, ma è anche vero che lo stesso governatore, in sintonia con il ministro Padoa-Schioppa, individua nel contenimento della spesa pubblica la ricetta più efficace per riequilibrare i conti dell’azienda Italia. E la spesa per gli stipendi del personale della scuola è una componente importante della spesa pubblica (ca. 39 miliardi di euro l’anno).
D’altra parte il recente “Quaderno bianco” sulla scuola, realizzato in collaborazione tra i Ministeri dell’Economia e dell’Istruzione, con la sua insistenza sugli squilibri e le diseconomie che caratterizzano la spesa per l’istruzione, non lascia spazio alla prospettiva di aumenti salariali sganciati da sostanziose operazioni di razionalizzazione (leggasi “tagli“) della spesa corrente, con particolare riferimento a quella per gli organici.
Insomma, è probabile che di fronte ai sindacati della scuola si apra un percorso difficile, e non breve, di negoziati all’insegna dello scambio tra l’ulteriore contenimento degli organici e aumenti degli stipendi basati sul merito. Del resto se si comincia davvero a punire i (pochi) prof “fannulloni“, perché non premiare quelli più meritevoli (che sono molti di più)?
Ma se poi l’incremento salariale proposto dal Governo si concretizzasse solo in alcune decine di euro pro capite (per il segretario della Cisl Scuola Scrima “8 euro di aumento contrattuale per i prossimi due anni è soltanto provocatorio e offensivo“), che non coprono nemmeno il recupero inflazionistico, allora diventerebbe difficile parlare di merito.
Insomma, lo sforzo ci vuole da tutte e due le parti.