Università/1. Decreti in arrivo

L’elenco dei provvedimenti di attuazione della riforma universitaria targata Gelmini è impressionante non solo per la sua lunghezza (ben 38 tra decreti legislativi, ministeriali e interministeriali, regolamenti, DPR, DPCM) ma anche per la rilevanza delle materie trattate.

Esse comprendono, per esempio, il commissariamento delle università dissestate, le convenzioni tra università per l’utilizzazione temporanea dei docenti, la revisione del trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari, il finanziamento di nuove università telematiche, le modalità dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso al ruolo dei professori universitari, la valutazione tra pari per la selezione dei progetti di ricerca, l’importo minimo degli assegni di ricerca, le regole di selezione e il trattamento economico dei professori a contratto, la nuova figura del ricercatore, le regole per il riconoscimento economico del ‘merito’.

Di fronte a questo corposo insieme di provvedimenti, quasi tutti ancora in via di perfezionamento, si può ben comprendere la ragione per la quale la riforma Gelmini dell’università (legge 30 dicembre 2010 n. 240) sia stata da molti considerata di per sé come una scatola vuota, da riempire con le molte e decisive norme di attuazione. Quando, nei mesi scorsi, il governo è sembrato più volte sull’orlo di una crisi sono stati in molti ad auspicare, o a temere, la caduta della riforma.

Ma il governo ha bene o male tenuto, e l’iter dei provvedimenti, assicura il ministro, è in fase avanzata: entro i prossimi tre mesi dovrebbero essere varati tutti, 17 già entro la fine di luglio.