Università e scuola: chi vede la pagliuzza nell’occhio del vicino…

La polemica contro i docenti universitari che, anziché escogitare validi strumenti per la valutazione degli atenei, impiegano il loro tempo a creare sistemi di valutazione per la scuola, senza conoscerla internamente, anima la lettera di Pierluigi Alessandrini, che pubblichiamo.

Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare e a discutere questa opinione, e a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Cari amici di Tuttoscuola.

Ho letto i nomi di coloro che hanno predisposto idee di valutazione del sistema scolastico italiano: sono tutti docenti universitari. Ribolzi, Cominelli, Ichino, Comensoli, Israel, Bachelet, Foschi, Pellegatta dovrebbero essere altrettanto solerti e studiosi di sistemi di valutazione delle Università, invece di pensare a costruire sistemi di valutazione di realtà che NON conoscono dall’interno (basta vedere le prove INVALSI e i quadri di riferimento relativi).

Mi risulta invece che le nostre Università producano qualità molto bassa (eccettuati i casi di eccellenza a macchia di leopardo) per la quale NOI (stato) sborsiamo fior di quattrini per pagare il nulla. Io sono stato 4 anni in università a Modena, sono stato docente nelle scuole superiori ed inferiori ed oggi sono dirigente di Istituto Comprensivo.

Ho scambiato con il prof Ichino un parere sulla sua proposta di valutazione di sistema che ha mandato alla Gelmini e, a mio parere, altamente impraticabile a causa dei costi per i valutatori che è impensabile poter sostenere. Quindi, a conti fatti, perché una proposta di un docente Universitario senza studio di fattibilità può essere presentata al Ministro mentre per richieste di 500 euro occorre predisporre un piano finanziario e rendicontare a posteriori?

Pensino a valutare a casa loro e lascino elaborare proposte a quelli che la realtà la vivono e governano quotidianamente.

Scusate e buon lavoro

Pierluigi Alessandrini

preside a Sabbioneta (MN)

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