Unità di apprendimento di Cittadinanza e Costituzione per la classe prima: saper gestire le emozioni è una delle competenze più importanti che si possono acquisire nella vita per intervenire sul proprio stato emotivo e non essere in balia di forze interne con risultati dannosi per il nostro comportamento. L’educazione emotiva diventa una sfida per imparare a relazionarsi con gli altri in modo equilibrato e sereno a partire fin dalla più tenera età, e particolarmente nella preadolescenza e adolescenza, quando il “cervello emotivo” sembra prendere il sopravvento.
L’unità di apprendimento prevede per la classe diverse attività significative finalizzate all’acquisizione della capacità di riconoscere il proprio vissuto emozionale, prendere consapevolezza delle cause delle emozioni, leggere e gestire i comportamenti che ne derivano.
Gli studenti si attivano per lavorare su materiali di vario genere per realizzare schede informative relative ai diversi aspetti del concetto di emozione: le cause del loro insorgere, gli effetti, la funzione, la tipologia, la differenziazione rispetto al genere maschile e femminile, il controllo, il contagio emotivo.
I ragazzi in questa fase, grazie all’unità di apprendimento, si confrontano sulle varie teorie e hanno modo di smascherare diversi stereotipi riguardanti il mondo delle emozioni. Ogni alunno ha l’opportunità di svolgere un lavoro di osservazione e registrazione delle proprie emozioni avvertite in un periodo limitato, in seguito,con la guida dell’insegnante, può riflettere e riconoscere, in base alle osservazioni registrate in tabella, le emozioni che più lo affliggono, che sono frequenti o che non riesce a controllare.
Al fine di arricchire e qualificare il percorso formativo, i ragazzi si confrontano anche con testi letterari che trattano emozioni, coinvolgono i genitori nelle attività di ricerca, a casa e sulla rete, di materiale informativo e elaborano un Vademecum quale strumento utile alla gestione delle emozioni.
Dopo aver analizzato il proprio vissuto emotivo, riconoscere le diverse emozioni e realizzare un vademecum per la loro gestione.
Gestire le emozioni.
L’alunno:
– si osserva per riconoscere il proprio vissuto emozionale;
– riconosce le varie emozioni individuandone le cause e i comportamenti che ne derivano;
– comprende testi scritti e brani d’autore che riguardano le emozioni.
Fase 1. La concettualizzazione. Il docente introduce il percorso leggendo ad alta voce un brano che parla di emozioni (Allegato 1), poi fa ascoltare un brano musicale Tristesse di Fryderyk Chopin (nota 2), infine legge uno dei tanti articoli di cronaca che racconta di un omicidio, tragica conseguenza di un momento di rabbia.
Attività 1. I ragazzi scrivono sul proprio quaderno, su cui dovranno riportare le tappe significative di questo percorso, cosa intendono per emozione; le diverse risposte, con una comunicazione essenziale, sono riportate in un grafo a stella sulla lavagna luminosa.
Attività 2. Per acquisire il concetto di emozione ai ragazzi, divisi in gruppo, è affidato il compito di realizzare sintetiche schede informative ricercando su internet informazioni relative a uno di questi
aspetti:
– le cause del loro insorgere,
– gli effetti,
– la funzione,
– la tipologia,
– la differenziazione rispetto al genere maschile e femminile,
– il controllo,
– il contagio emotivo.
Si chiede loro altresì di riportare, sulle loro schede, l’indirizzo dei siti consultati.
Attività 3. Utilizzando le conoscenze prodotte, si realizza alla Lim una mappa che si presenta particolarmente valida per la differenziazione dei concetti di emozione, sentimento e stato d’animo secondo le discriminanti di durata, intensità, istintività. Stampe della mappa sono distribuite a tutti i ragazzi che le incollano sul loro quadernone.
I ragazzi si confrontano sulle varie teorie: Evoluzionista (ci emozioniamo perché sta scritto nei geni), Fisiologica (ci emozioniamo perché è il nostro corpo che si emoziona), Cognitivistica (ci emozioniamo perché pensiamo), Culturalista (ci emozioniamo perché è un fatto culturale proprio della società in cui viviamo), teorie tutte che ne interpretano la funzione.
Durante questa fase vengono dissolti diversi stereotipi come: le emozioni si oppongono alla ragione e non si possono gestire; non siamo responsabili del loro insorgere; fra maschi e femmine non c’è differenza riguardo ai tipi di emozioni che si provano.
Fase 2. La consapevolezza del sé emotivo. Viene assegnato agli alunni il seguente compito: Osservati per una settimana e in una tabella registra le emozioni avvertite, il tempo, il luogo, la causa (pensiero o comportamento) scatenante, le modifiche fisiche avvertite, la reazione (cosa hai pensato o fatto mentre le provavi).
Giorno |
Dove |
Emozione |
Pensiero o comportamento scatenante |
Le modifiche fisiche avvertite |
Reazione |
Lunedì |
A casa |
Rabbia |
Scontro con mio fratello |
Mal di stomaco |
Mi sono chiu-sa in camera |
Martedì |
A casa |
Tristezza |
Pioveva |
Mi sentivo senza forze |
Non ho studiato |
Mercoledì |
A scuola |
Gioia |
Una mia compagna mi ha fatto un regalino inatteso |
Saltellavo e mi sentivo leggera |
Sorridevo a tutti. |
Giovedì |
A scuola |
Vergogna |
Ho avuto un brutto voto. Ho pensato che la matematica non fa per me |
Sono diventata rossa |
Non ho parlato con nessuno fino all’uscita |
Attività. Perché a questa fase s’accompagni un momento di riflessione e crescita interiore il docente chiede agli studenti di riconoscere, in base alle osservazioni registrate in tabella, le emozioni che più lo affliggono, che sono frequenti o che non riesce a controllare.
Poi – per altri sette giorni- cercare di capire quali sono gli stimoli che le provocano.
Scrivere quindi le proprie riflessioni in un testo espressivo.
Far parlare i ragazzi, invitarli a scrivere di sé è – come ha dimostrato Erin Gruwell[1], un metodo molto efficace per far loro constatare di essere accomunati da uno stesso sentire. Ai ragazzi che lo desiderano è data la possibilità di leggere ai compagni le loro produzioni. Questa fase risulta utile per rendere più profondo il rapporto con i pari per il conseguimento di un buon clima di classe. Ecco qualche riflessione:
La paura
Quando non capisco cosa o chi c’è attorno a me, quando penso a tutto ciò che mi può accadere in un determinato momento, quando capisco di aver sbagliato tanto. Spesso non riesco a controllare la paura, un’emozione piuttosto frequente in me.
Kitagawa Utamaro, Paura
Quando non vengo presa sul serio, quando la gente si fa strane idee su di me, quando vengo incolpato e non ho fatto niente. Quando mi sento impotente di fronte a un problema.
Fase 3. Dalla comprensione del testo alla costruzione di una propria visione. Il docente fa ascoltare, utilizzando un video mediante la LIM, la canzone Emozioni di Lucio Battisti[2].
Si legge la seguente poesia
Clandestini della vita
di Elisabetta Conti
Le lacrime di quel volto rugoso
non vidi mai
né scorsi i lampi di gioia che
solo per un istante
abbagliarono il mio buio.
La rabbia che dentro
ti bruciava soffocasti
temendo l’ira sua furibonda.
Avida, allora,
la paura il tempo dissipava
mentre razzia facevi
della tua dignità.
Nel caos delle emozioni
che leggere non so che leggere non sai
strisciamo lungo i muri
di una vita a noi straniera.
Viene letto il testo della canzone Emozioni (Allegato 2) e viene sollecitato uno scambio di idee fra i ragazzi invitandoli a comunicare cosa hanno compreso e provato. A conclusione del dibattito, per indirizzare gli studenti a costruirsi una visione personale, viene proposta la seguente attività:
Operate per iscritto un confronto fra i diversi punti di vista dei due autori riguardo al vissuto delle emozioni, dichiarate anche quale di essi condividete e perchè.
Il docente facilita tale confronto ponendo dei quesiti:
– come considera le emozioni l’autrice della poesia, come l’autore del testo della canzone? – Per chi dei due autori le emozioni sono soprattutto di sofferenza?
– Chi è alla ricerca delle emozioni?
– Per chi è importante essere consapevoli di cosa si prova e perchè?
– Le emozioni sono ritenute importanti per…
Un altro modo per accompagnare i ragazzi a comprendere le due visioni è quello di sottolineare, anche con colori diversi le parti più significative dei due testi come fatto in questa UA a titolo esemplificativo.
Il docente avvia un brainstorming sulle possibili modalità per gestire le emozioni invitando i ragazzi, come è di prassi fare con tale pratica, a non esprimere in questa fase una valutazione delle proposte esposte.
Ognuno trascrive sul proprio quaderno i suggerimenti emersi.
Verifica intermedia: si somministra un questionario che può aver come titolo “Testiamo cosa abbiamo appreso sulle emozioni”.
Per una ricaduta degli effetti positivi dell’attività educativa anche sulle famiglie è bene, quando è opportuno, coinvolgere i genitori nelle attività della ricerca dei ragazzi. Per tale ragione si invitavano gli alunni a chiedere ai loro genitori se utilizzano qualche accorgimento per gestire le emozioni. Al fine di arricchire e qualificare le proposte da fare, si invitano i ragazzi a reperire a casa, grazie ad internet, materiale informativo per elaborare un Vademecum sulla gestione delle emozioni. In seguito, i ragazzi divisi in gruppi, con un lavoro cooperativo, selezionano il materiale informativo di cui dispongono, per identificare le azioni di controllo sulle emozioni che ritengono più attuabili. Ogni gruppo fornirà almeno cinque indicazioni che, comunicate alla classe, sono valutate per la formulazione del vademecum.
Verifica finale. Consegna di tipo esperienziale:
Individua l’emozione che riesci meno a controllare. Riconosciute le modifiche psicofisiche e i comportamenti che essa determina, attiva in base al vademecum prodotto i correttivi per gestirla. Per questo percorso, visto che le emozioni riguardano in modo particolare il mondo interiore si propone una verifica la cui valutazione è ad opera dell’alunno.
Gli studenti, su invito del docente, stabiliscono i criteri per la valutazione: accettabile se nel prendere consapevolezza dell’emozione provata si riesce a gestirne in parte le reazioni; eccellente se quasi sempre si è in grado di gestire le emozioni provate.
NOTE
[1] Erin Gruwell , subito dopo i gravi disordini razziali del 1992 a Los Angeles, insegnò, con successo, in una scuola californiana che aveva come programma l’integrazione dei ragazzi di diverse etnie, superando l’ostilità dei colleghi. La vicenda che ha generato un modello educativo, è raccontata nel film Freedom Writers del 2007, ossia “ Liberi scrittori”: un programma di integrazione razziale nel quale i ragazzi di una scuola californiana sono invitati a raccontare per iscritto la loro rabbia e la loro frustrazione.
[2] Testo con video :http://www.angolotesti.it/L/testi_canzoni_lucio_battisti
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