Unità sindacale addio?

La situazione del fronte sindacale è in rapida evoluzione. Sono oramai diversi i settori in cui la CGIL e la CISL, in particolare, si danno strategie diverse, giungendo addirittura a sottoscrivere accordi contrattuali separati, cosa che non accadeva da molti anni, e che oggettivamente indebolisce il partner sindacale in sede negoziale. Se ne preoccupa perfino Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, secondo la quale “in un momento così difficile tutto occorre fare tranne che dividersi, fare conflitti“.

Ma la CGIL, anche rischiando l’isolamento, mantiene per ora la linea dura su tutti i fronti, e conferma lo sciopero generale per il 12 dicembre: scelta non condivisa dalla CISL di Raffaele Bonanni, e giudicata “sciagurata” da Luigi Angeletti, segretario UIL.

Per ora la spaccatura tra i sindacati non riguarda la scuola, dove la situazione di scontro con il governo non è cambiata dal giorno dello sciopero generale “scolastico” (30 ottobre 2008), ma ha investito il settore dell’università, dove la CISL e lo SNALS hanno revocato all’ultimo momento la loro adesione allo sciopero e alla manifestazione di venerdì scorso, 14 novembre. Ma “chi non c’è sbaglia“, ha detto il segretario generale della Confederazione Guglielmo Epifani, annunciando l’intenzione della CGIL di andare avanti anche da sola.

In questo quadro Francesco Scrima, segretario della CISL Scuola, che a differenza della Flc-Cgil non comprende università e ricerca, ha precisato che la CISL scuola non poteva “sfilarsi” da uno sciopero, come quello del 14 novembre, che non riguardava i suoi associati. Caso mai a sfilarsi sono stati gli altri due sindacati aderenti alla CISL, quelli che organizzano i lavoratori dell’università e della ricerca.

Dal suo canto la CISL scuola resta ferma alle ragioni che hanno ispirato lo sciopero unitario del 30 ottobre, e “ribadisce il massimo impegno, mantenendo lo stato di mobilitazione della categoria e pronta ad ulteriori iniziative di lotta in mancanza di risposte tempestive e chiare da parte del governo“. Ma se qualche risposta cominciasse a venire…