Una sfida per il nuovo Ministro: eliminare davvero le reggenze

Il nuovo anno scolastico, grazie al concorso per dirigenti scolastici appena concluso, vedrà finalmente circa duemila istituzioni scolastiche con il capo d’istituto titolare.

Sono forse finite le reggenze, come un po’ troppo ottimisticamente aveva dichiarato il ministro uscente Marco Bussetti? Niente affatto.

Oltre ad un residuo del concorso di circa 40 sedi non assegnabili a candidati ammessi con riserva e che dovranno essere assegnati in reggenza, ce n’è almeno un altro centinaio e più i cui dirigenti titolari sono in distacco o con incarico da altre parti, lontano dalla scuola, con le loro sedi date in reggenza.

Ma il grosso delle reggenze non è dovuto a situazioni contingenti e transitorie come le precedenti.

Vi sono, infatti circa 370 istituzioni scolastiche sottodimensionate (cioè con una popolazione scolastica quantitativamente ridotta) che, secondo una legge del 2011 non possono avere il dirigente. Sono istituzioni di serie B affidate ogni anno in reggenza ad un dirigente di altra istituzione.

Vennero inventate esclusivamente per fare cassa, con una ipocrita giustificazione di razionalizzazione del sistema, perché una indennità di reggenza (senza diarie o rimborsi di viaggio per gli spostamenti da una sede all’altra) costa quasi dieci volte di meno di uno stipendio da dirigente.

Da allora per legge, mentre lo Stato incassa a spese di un servizio regolare e appropriato, hanno un dirigente a mezzo servizio sia le sottodimensionate che le istituzioni del reggente titolare.

In tutti questi anni nessun ministro ha pensato di ripristinare, caso mai razionalizzandola, la situazione precedente. Inoltre, nel corso degli anni, il numero delle istituzioni scolastiche, anche se nell’invarianza sostanziale dell’entità della popolazione scolastica, è andato diminuendo di quasi il 20% (mentre il carico di responsabilità del DS aumentava in proporzione).

Il coraggio di una riforma, pensando anche al preside suicida di Venezia schiacciato dalle responsabilità gestionali, si impone.

Potrebbe (dovrebbe) essere iscritto nell’agenda del prossimo ministro dell’istruzione.