Una scuola primaria a macchia di leopardo

Vi sono due tipi di attività nella scuola primaria che rappresentano servizi connessi con la struttura scolastica, di cui la scuola non può fare a meno, e che oggi “vivono” proprio grazie a quel surplus di docenza compresa nelle cosiddette compresenze: l’assistenza alla mensa e le attività alternative all’ora di religione. Con l’eliminazione delle compresenze, prevista dal regolamento sul I ciclo, come saranno garantite queste attività?

Attualmente l’assistenza educativa alla mensa, che scatta quando su un orario di lezione di 30 ore settimanali diventano necessari rientri pomeridiani, è assicurata dai docenti della classe.

Delle attività alternative per gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica normalmente si occupa una docente di classe che utilizza una quota oraria della propria compresenza.

E dal prossimo anno, senza compresenza, cosa succederà? La circolare n. 38/2009 sugli organici non considera la necessità di assicurare questi due servizi commisurandosi con le situazioni effettive esistenti, ma ha soltanto affermato che, se si liberano ore di compresenza per le attività dei docenti specialisti esterni di religione e di inglese (sottolineiamo il se), si può far fronte alle esigenze della mensa e altro.

Ma se non si liberano ore a causa della mancanza di specialisti esterni, cosa succede?

Succede che non vi potrà essere assistenza alla mensa, come invece avviene quest’anno, e non vi potranno essere attività alternative affidate a docenti di classe, come avviene quest’anno.

Si avrà, dunque, una scuola primaria a macchia di leopardo, premiata o punita a seconda della casuale presenza di docenti specialisti esterni.

Si può essere certi che aumenterà il numero di docenti interni alla classe che rinunceranno ad insegnare religione per far scattare la presenza dello specialista esterno e utilizzare, quindi, preziose risorse di compresenza.