Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Una lettera di Norberto Bottani: quanti alunni stranieri ci sono in Italia?

Spettabile redazione,

mi permetto inviare due osservazioni su questa informazione (il riferimento è a una notizia pubblicata su TuttoscuolaFOCUS del 27 maggio 2007, riguardante la crescita degli studenti stranieri in Italia, ndr): la prima è di natura comparata: per quanto spettacolare possa essere il cambiamento in Italia, questo è conforme a quanto avviene in tutti i paesi europei, compresa la distribuzione molto disuguale sul territorio della presenza di questa popolazione;

la seconda riguarda la natura di questa popolazione: gli allievi nati in Italia, cresciuti in Italia e che hanno magari anche frequentato la scuola materna in Italia non possono essere considerati scolasticamente stranieri. Non lo devono più essere e di fatto non lo sono. Lo sono magari sul piano diplomatico, dal punto di vista del passaporto, ma non dal punto di vista educativo. Sono equiparabili agli allievi di nazionalità italiana. Quindi per trattare questo argomento in modo non emotivo ma razionale occorre fare questa differenza. Bisognerebbe farne anche un’altra: quella del luogo di scolarizzazione dei loro genitori. L’immigrazione in Italia è troppo recente forse per operare questa distinzione, ma nel 2010, potrebbero esserci molti allievi di nazionalità straniera nati da genitori pure di nazionalità straniera ma che hanno fatto tutta la loro scolarità in Italia. Questi nuclei familiari non possono essere considerati dal punto di vista scolastico stranieri. Occorre dunque già adesso approntare l’impostazione statistica adeguata, problema che pone questioni etiche e politiche considerevoli che sono per esempio dibattuti in Francia, Svizzera, Germania, Regno Unito.

Ci sarebbe un terzo punto: i gruppi culturali da cui proviene questa popolazione, altra questione scottante sia dal punto di vista statistico che politico. Posso supporre che ad un certo punto si porrà il problema della proporzione di allievi di religione islamica. Orbene, la classificazione degli alunni in funzione della credenza religiosa loro o dei genitori, oppure della pratica religiosa ( i due aspetti sono diversi) è proibita in Francia, e se non erro nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Svizzera.

Mi sembra necessario dare queste informazioni sulla vostra eccellente Newsletter per anticipare un dibattito che sarà fatalmente settario, ideologico e passionale. Non mi sembra appropriato limitarsi a dare un’informazione grossolana sulla composizione della popolazione scolastica senza soppesare le possibili reazioni e senza indicarne le componenti. Il problema è troppo scottante per essere presentato con dati lordi, senza indicazioni complementari.


Ecco la nostra risposta:

Vogliamo rassicurare Norberto Bottani, uno dei maggiori esperti a livello internazionale di politica scolastica, che ringraziamo per l’attenzione che ci dedica: Tuttoscuola segue da tempo i problemi degli alunni stranieri, e in ripetute occasioni ha tenuto conto della sostanza delle sue osservazioni: la presenza di allievi stranieri nelle scuole italiane è relativamente recente, ed è quantitativamente inferiore a quella che si registra in altri Paesi europei, oltre ad essere territorialmente squilibrata (a favore del Nord, dove c’è lavoro).

Il trend dovrebbe portare il nostro Paese a percentuali non lontane da quelle medie degli altri Paesi a forte immigrazione: Germania, Gran Bretagna, Francia. Quanto alla classificazione come “stranieri” degli allievi nati in Italia da genitori stranieri (e che magari hanno a loro volta studiato in Italia), essa viene mantenuta sono nel caso che i genitori abbiano conservato la cittadinanza straniera. Se hanno acquisito quella italiana, i loro figli a maggior ragione sono considerati italiani. Ciò risulta chiaramente dal volume pubblicato dal Ministero della Pubblica Istruzione nel dicembre 2006, dedicato agli studenti stranieri iscritti alle scuole italiane.

Sulla altre questioni da lui sollevate, soprattutto quelle riguardanti gli allievi di religione islamica, siamo perfettamente d’accordo con le sue osservazioni.

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