Una istituzione scolastica ogni otto è sottodimensionata

È l’anno del dimensionamento e della generalizzazione degli istituti comprensivi.

L’anno scorso le istituzioni scolastiche erano 10.306; quest’anno, dopo il salasso, sono 9.131, cioè 1.175 in meno. La maggior cura dimagrante l’hanno subita la Puglia (- 194), la Sicilia (- 150), il Lazio (- 148), la Campania (- 146) e la Calabria (- 124).

Gli effetti della legge che l’anno scorso ha voluto il ridimensionamento delle istituzioni scolastiche si riscontrano per il momento nei numeri che il Miur ha fornito ufficialmente nei giorni scorsi, ma a breve, dopo i numeri, verrà, probabilmente, il grido di dolore dei tanti dirigenti scolastici travolti dal peso organizzativo per quantità di alunni e differenza qualitativa dei settori scolastici amministrati.

C’è anche l’altra novità, non meno pesante, delle istituzioni scolastiche sottodimensionate, che non avranno il dirigente scolastico titolare e saranno dirette da un dirigente scolastico titolare di un’altra istituzione scolastica (e con i suoi grattacapi da gestire).

E su quelle istituzioni scolastiche sottodimensionate il DSGA sarà “a scavalco”.

Dal sottodimensionamento non si salva alcuna regione: sono sottodimensionate in 1.153, cioè il 12,6%, che è come dire che lo è una ogni otto.

Ma ci sono regioni dove le istituzioni scolastiche sottodimensionate superano il 20%, con punte estreme in Molise (49%) e in Basilicata (28%).

In Campania e in Sicilia, dove la percentuale delle istituzioni sottodimensionate arriva intorno al 20%, si registrano le quantità più elevate (rispettivamente 263 e 171).

In queste due realtà (ma in una certa misura anche in altri territori) le scelte delle Regioni che hanno voluto probabilmente affermare una loro autonomia rispetto al potere centrale o che, non avendo operato razionalmente in passato, non hanno potuto adeguarsi d’un colpo ai nuovi parametri, il dimensionamento della rete si sta trasformando in penalizzazione per le scuole dei loro territori.