Un ricerca della Fondazione San Paolo. L’autonomia accresce le differenze?

Proprio nei giorni nei quali di discuteva in Italia dei risultati dell’indagine OCSE-PISA 2006 è comparso in libreria un volume, edito da “il Mulino“, contenente l’esito di una approfondita ricerca sugli esiti “italiani” della precedente indagine, effettuata nel 2003. La ricerca, promossa dalla Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo di Torino, è intitolata “Da dove vengono le competenze degli studenti? I divari territoriali nell’indagine OCSE-PISA 2003“.
I tre ricercatori dell’università degli studi di Milano, Massimiliano Bratti, Daniele Checchi (coordinatore della ricerca) e Antonio Filippin, economisti con forti interessi per il rapporto tra economia e istruzione, dimostrano in oltre 400 pagine costellate di tabelle, grafici e modelli matematici che le determinanti del successo/insuccesso scolastico nei diversi territori sono largamente riconducibili alla dimensione socioeconomica del contesto in cui le scuole sono inserite: livello di istruzione delle famiglie, aspettative legate al mercato del lavoro, condizione strutturale delle scuole.
Tutti fattori che giocano a favore del Nord e contro il Sud, ma con eccezioni (registrate anche nel “1° Rapporto sulla qualità nella scuola” di Tuttoscuola), che dimostrano che a parità di condizioni socio-ambientali anche i risultati conseguiti dagli studenti del Nord e del Sud sarebbero simili.
Ma il fatto è che le situazioni socio-ambientali sono e restano assai diverse. In queste condizioni, si chiede Daniele Checchi nella parte conclusiva del volume, ha ancora senso accelerare il processo di sviluppo dell’autonomia delle scuole? “Procedere con l’attribuzione dell’autonomia di spesa a livello di singola scuola“, nota l’autorevole esperto, “rischia di esasperare le disparità nei livelli di formazione delle competenze degli studenti“. E comunque, in via preliminare, occorrerebbe disporre di un affidabile servizio di valutazione dei risultati.